Prosegue il dibattito sul doping nel calcio, dopo la morte di Gianluca Vialli. Mentre il presidente della Lazio Lotito aveva parlato di malattie legate alle cure dei calciatori, Dino Baggio, Raducioiu e Brambati, non avevano nascosto la propria preoccupazioni per le sostante assunte prima di appendere gli scarpini al chiodo. A soffermarsi sull'argomento anche Walter Sabatini, intervenuto durante un'intervista rilasciata ai microfoni de "La Stampa".
l'intervista
Sabatini: “Prima era normale fare iniezioni, oggi per un’aspirina serve un primario”
"Non era doping. O almeno non era un doping prestazionale. Si cercava di migliorare la condizione. Con prodotti che in quel momento erano legali, ma presi in grande quantità. Mi facevo due iniezioni prima della partita senza mai fare una domanda. Mi fidavo dei dottori. Non ho mai avuto preoccupazioni, ma le capisco tutte. Spero di non farmi da uccello del malaugurio. Oggi gli integratori sono più evoluti e controllati, non credo ci sia il doping, anche se i medici, almeno alcuni, ricorrono a integratori. Il problema è la quantità. Per un'aspirina oggi devi fare un'interrogazione parlamentare, per una intramuscolo serve un primario. Sono cambiati la cultura, il sistema di pensiero, la percezione. Altrimenti a che cosa servirebbero le morti?".
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