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Sabatini e gli aneddoti su Ilicic: “Ai tempi di Palermo sembrava non fosse mai felice. Gara col Maribor? Pensai: ‘Che stronzo…'”

PALERMO, ITALY - AUGUST 12:  Coach Delio Rossi (L) President of Palermo Maurizio Zamparini (C) and Sport Manager Walter Sabatini look on during the presentation of Palermo team before the pre season friendly tournament "A.R.S. Trophy" between US Citta di Palermo, SSC Napoli and Valencia CF at Stadio Renzo Barbera on August 12, 2010 in Palermo, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

"Fu scoperto da Dario, il figlio di Delio Rossi. Lo seguimmo a lungo e non nascondo che non fu semplice, come dire, inquadrarlo"

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"Ai tempi era un po’ ombroso, sembrava non fosse mai felice. Mostrava una certa indolenza, faticava a socializzare per via della sua timidezza".

Descrive così Josip Ilicic, attaccante dell'Atalanta, Walter Sabatini. L'ex direttore sportivo del Palermo, lo portò in Sicilia dalla Slovenia, dopo averlo affrontato da avversario con la maglia del Maribor: "Lo acquistammo prima del ritorno del 27 agosto contro il Maribor, nei preliminari di Europa League: 3-0 per noi all’andata, k.o. per 3-2 al ritorno - ha raccontato l'attuale coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montreal Impact ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -. E chi segnò uno dei due gol? Ilicic! Pensai: 'Che stronzo...' (ride, ndr). Scherzi a parte, la soddisfazione per averlo portato a casa era enorme, anche se c’era qualche piccolo dubbio".

A notarne immediatamente le sue doti, però, non fu lo stesso Sabatini: "Fu scoperto da Dario, il figlio di Delio Rossi. Lo seguimmo a lungo e non nascondo che non fu semplice, come dire, inquadrarlo: osservandolo in una giornata nera avremmo potuto pensare che fosse scarso, in stato di grazia era un fenomeno. Oggi è uno dei migliori in Europa".

L'ex ds rosanero ha poi anche raccontato che per diverso temo pensò di portarlo alla Roma: "Lo ammetto, è un rammarico. Ci pensammo quando era alla Fiorentina, ma all’epoca era un giocatore, economicamente parlando, fuori dalle nostre possibilità. Peccato, per uno così forte avremmo potuto fare uno sforzo, diciamo uno 'strappo alla regola'. Gli voglio tanto, ma tanto bene. E non posso che essere felice nel vederlo a certi livelli. Il segreto? Ha finalmente vinto la sfida contro l’indolenza, diventando un campione che sorride", ha concluso Sabatini.