Mi piacerebbe poter lavorare a Roma, fui contattato diverse volte da Pallotta.
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Roma, a tutto Burdisso: “De Rossi al Boca? Una cosa mi ha spinto a portarlo lì. Quelle telefonate di Pallotta…”
Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo argentino
Così Nicolas Burdisso, direttore sportivo ed ex difensore argentino intervenuto in merito a diversi temi legati a come ha trascorso il suo 2020 sportivo. Un anno - a detta dello stesso Burdisso - pieno di soddisfazioni e traguardi raggiunti, a partire da quelli lavorativi conseguiti grazie all'esperienza ottenuta tra Coverciano - sede dei corsi preparatori per ottenere la licenza da Ds - e l'Argentina: "Ho diviso il 2020 in tre parti. Volevo ottenere il patentino per diventare direttore sportivo, era una cosa che mi mancava, e così sono tornato in Italia per fare il corso a Coverciano. Il corso è stato piuttosto complicato per via della pandemia, però a settembre sono comunque riuscito a tornare in Italia per conseguire ufficialmente l'abilitazione. La mia terza parte l'ho trascorsa sempre nel mondo del calcio. In Argentina, ho fatto da consigliere a diversi imprenditori che hanno acquistato club. Non un ruolo da intermediario, non è quello che mi interessa perché io voglio fare il direttore sportivo. Li ho solo aiutati in alcune scelte, nelle decisioni e nei contatti. Quell'avventura mi ha dato tantissimo, mi ha dato tutte le fondamenta per fare questo mestiere. Per me poter ricoprire questo ruolo in una società come il Boca è stato pazzesco"
Burdisso ha poi proseguito raccontando alcuni curiosi retroscena sull'arrivo di De Rossi al Boca Juniors, club con il quale l'ex numero 16 nella Roma concluderà la sua carriera da calciatore: "Daniele al Boca? Una bella mossa, soprattutto a livello di entusiasmo e per quello che ha generato un campione come lui in Argentina. Ma oltre a Daniele, ho avuto la possibilità di portare altri calciatori importanti, come Salvio dal Benfica e Lisandro Lopez dal Genoa. E anche una buona nidiata di giovani che ancora oggi stanno facendo bene. Fu portato lì per un semplice motivo. Il Boca Juniors era una squadra ben costruita ma in Argentina non c'è l'organizzazione di gioco che c'è in Italia. Servono giocatori formati, che possono portare quell'organizzazione. E Daniele era perfetto, e inoltre riuscì anche a coonare uno dei suoi sogni più grandi venendo in argentina. Daniele è stato un grande giocatore e scommetto anche sulla sua carriera da allenatore. Sarà lui a decidere quando, come e dove. Deve solo aspettare, ma sono sicuro che le nostre strade si incroceranno di nuovo".
L'ex giocatore del Genoa ha poi concluso raccontando come abbia avuto diverse volte la possibilità di tornare tra le fila della Roma, ma sotto le vesti di dirigente: "E' vero, fui contattato da Pallotta prima della cessione del club per diventare il nuovo direttore sportivo. Ho avuto diversi colloqui, ma poi alla fine nulla di concreto e io non andai oltre. Anche perché c'era ancora un direttore sportivo che conosco bene e rispetto, ovvero Petrachi".
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