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River Plate-Boca Juniors, l’appello del Comune di Genova a Papa Francesco: “Faccia giocare qui la Libertadores”

Non si è ancora deciso dove si disputerà la finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors, anche l'Italia si propone per accogliere il Superclasico

Mediagol22

"di Maria Chiara Ferrara

La gara di ritorno della finale di Copa Libertadores, che era prevista sabato scorso, non si è ancora giocata.

Il match tra River Plate e Boca Juniors, infatti, stato rinviato a causa di alcuni disordini avvenuti a poche ore dal fischio d’inizio: i supporters dei padroni di casa hanno attaccato il pullman della squadra ospite, durante il trasferimento degli Xeneizes dall’albergo allo stadio Monumental, causando vetri in frantumi e colpendo alcuni dei giocatori anche con spray al peperoncino. Tevez si è allontanato dall'area lacrimante, mentre Gago, Julio Buffarini, Agustín Almendra, Nahitán Nandez e Darío Benedetto hanno avuto problemi di nausea; ad avere la peggio è stato il capitano Pablo Pérez, che ha riportato dei pezzi di vetro nell’occhio.

A seguito dei fatti avvenuti, la CONMEBOL aveva inizialmente fatto slittare di qualche ora il fischio d'inizio e, successivamente, rinviato il match a domenica. I giocatori del Boca Juniors, tuttavia, avevano espresso la loro volontà di non scendere in campo tramite un comunicato ufficiale, all’interno del quale erano riportate le opinioni dei calciatori e dello staff tecnico e le diagnosi realizzate dai medici sui calciatori rimasti feriti nel corso dell’attacco contro il proprio pullman. Il club argentino richiedeva inoltre la sospensione definitiva della sfida e l’assegnazione della vittoria finale a tavolino in base all’articolo 18 della CONMEBOL stessa, secondo cui è previsto il k.o. - con il risultato di 3-0 - del club incapace di garantire il regolare svolgimento dell’evento organizzato. La federazione ha accolto in parte il reclamo degli uomini di Schelotto e ha deciso, in attesa che si esponga il Tribunale di Disciplina, di rinviare la gara a data da destinarsi per l'impossibilità di garantire le condizioni di uguaglianza.

La confederazione calcistica sudamericana che si occupa di organizzare la Copa Libertadores, riunitasi ieri insieme ai presidenti dei due club, ha comunicato di aver raggiunto un accordo tra le parti: il Superclasico si giocherà in una data tra l’8 e il 9 di dicembre, ma il match - per motivi di ordine pubblico - non si svolgerà in Argentina. La sede della partita verrà definita nei prossimi giorni e la CONMEBOL si farà carico di tutti i costi per la preparazione dell’evento, per questa ragione si ipotizza che la città ospite possa essere Asunción, perché proprio in Paraguay ha sede l'organismo continentale.

Nonostante ciò, in molti ancora sperano che il Superclasico possa approdare in paesi molto distanti dall'Argentina: in Italia, il consigliere delegato allo Sport del Comune di Genova, Stefano Anzalone, sogna infatti che la finale di ritorno di Copa Libertadores venga giocata nel capoluogo ligure e, per fare in modo di favorire la città agli occhi della CONMEBOL, si è rivolto ai piani alti, scrivendo a Papa Francesco. Il pontefice, infatti, avrebbe ricevuto poche ore fa dagli uffici comunali una lettera in cui gli viene chiesto di intercedere nella questione: "Santo Padre, sarebbe per tutti un onore avere la Sua benedizione contro la violenza e per la pacificazione delle tifoserie visti i recenti fatti di cronaca avvenuti in Argentina in occasione della finale Boca-River. Nel caso la Libertadores si disputasse a Genova invochiamo una Sua preghiera affinché tale storico evento possa diventare momento di aggregazione per gli appassionati e di rivincita per una città ferita", questo ciò che si legge - secondo quanto riportato dall'ANSA - nella missiva. Chissà che Sua Santità non decida di mettere una buona parola.