"Sto bene, a livello fisco e mentale, ho superato anche l’infortunio che mi ha tenuto fermo quasi due mesi, sto tornando al 100%".
serie d
Ricciardo: “Non possiamo abbassare la guardia. Sospensione definitiva? Dobbiamo e vogliamo vincere sul campo”
"Questo stop non ci voleva, ma è per una causa di forza maggiore, quindi lo accettiamo e lo viviamo con serenità e con senso di grande responsabilità"
Giovanni Ricciardo si prepara e cerca di farsi trovare pronto qualora il campionato dovesse ricominciare. La data segnata sul calendario è quella del prossimo 3 aprile, sperando che l'Italia riesca ad uscire al più presto dall'emergenza coronavirus. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il centravanti del Palermo ha parlato dell'attuale sua condizione e di quella del gruppo: "Questo stop non ci voleva, ma è per una causa di forza maggiore, quindi lo accettiamo e lo viviamo con serenità e con senso di grande responsabilità".
I rosanero stanno seguendo alla lettera le linee guida imposte dal governo nazionale: "Noi seguiamo il protocollo previsto dalla legge e dalla società, evitando il più possibile i contatti - ha spiegato Ricciardo - continuiamo ad allenarci anche perché siamo sotto controllo, evitiamo di fare cose extra calcio, ognuno di noi deve evitare di fare cavolate fuori dal campo, restando a casa. Ci spogliamo in spogliatoi diversi, finché restiamo tra di noi è tutto sotto controllo. Fuori dal campo se prima si poteva andare a pranzo o a cena assieme, adesso evitiamo, a maggiore ragione ora coi locali chiusi".
Ricciardo si è poi soffermato su come la squadra sta gestendo questi alimenti pur sapendo di non dover giocare: "Per quanto mi riguarda ho la possibilità di arrivare al 100% della condizione, non è la stessa cosa che prepararsi per una partita, però non possiamo abbassare la guardia perché come si può fermare tutto, si può anche riprendere tra tre settimane. La differenza è che in ritiro devi creare la condizione fisica, ora la devi mantenere. Sappiamo che dovremo ripartire da zero con un nuovo mini campionato di otto giornate. Se dopo il 3 aprile il torneo terminasse al punto di oggi? Non credo sia possibile, per quanto il momento sia particolare, ma non sarebbe bello, quando si vince bisogna farlo sul campo, non c’è paragone. A me non piacerebbe".
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