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Pomini-Mediagol: “Lupo ds top a livello manageriale e umano. Dionisi un predestinato. Io e la Sampdoria? Ecco la verità”

PALERMO, ITALY - AUGUST 09: Alberto Pomini (R) poses with Sport Director Fabio Lupo during his presentation as new player of US Citta' di Palermo at Campo Tenente Onorato on August 9, 2017 in Palermo, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

L'intervista esclusiva concessa da Alberto Pomini, portiere del Venezia ex Palermo e Sassuolo, alla redazione di Mediagol.it

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Fabio Lupo è la figura centrale ed il profilo dirigenziale mastice nell'ultimo scorcio della carriera di Alberto Pomini. Dal biennio intenso e gratificante, anche se poco fortunato in termini di risultati, di Palermo, alla nuova avventura intrapresa a Venezia. Un binomio saldo ed indissolubile quello tra il dirigente abruzzese ed il portiere classe 1981, un rapporto di stima consolidatosi durante il comune trascorso nel capoluogo siciliano e proseguito in laguna. L'ex Sassuolo illustra contorni e protagonisti del percorso con il suo nuovo club nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Il mio rapporto con Fabio Lupo? Il direttore mi ha voluto a Palermo, fu il primo a chiamarmi a fine stagione quindi non posso che esprimere valutazioni lusinghiere nei suoi confronti sotto tutti i punti di vista. Il suo spessore manageriale è noto ed inconfutabile, a livello umano tutti i giocatori del Venezia lo stanno scoprendo rimanendone profondamente sorpresi.  Lui è un dirigente di alto livello ma al contempo una persona molto sincera e alla mano. Per un calciatore sentire la fiducia di una persona che si equipara al suo livello e si confronta con trasparenza da uomo ad uomo è importante. Anche a livello dirigenziale, Lupo si sta facendo conoscere e sta confermando le sue eccellenti capacità, perché con un budget limitato ha messo su una squadra, a prescindere dalla difficoltà del campionato di Serie B, che sta dimostrando di saper fare buon calcio sul piano corale mettendo in evidenza delle individualità importanti. Il tecnico del Venezia Dionisi? L'allenatore è come se fosse l'acquisto migliore che il direttore sportivo è riuscito a definire È molto giovane, ha allenato in Serie D e Serie C. Effettivamente, Dionisi ci ha saputo conquistare subito: sia per il modo di lavorare sia per il suo innato carisma. Ha la strada in salita perché non è facile rimanere in auge a certi livelli, però senza dubbio è un predestinato. Le sue conoscenze tecniche, la sua filosofia calcistica, le modalità di allenamento lo posizionano in prospettiva tra i profili più preparati nel ruolo.  L'interesse della Sampdoria in estate nei miei confronti  quando ero appena arrivato a Venezia? Nel calcio sono situazioni che ci possono stare. Personalmente a Fabio Lupo devo tanto. Nel momento in cui lui mi scelse per venire a Palermo, per me è stato un onore. Non giocavo da due o tre anni a Sassuolo, Palermo da questo punto di vista ha rappresentato una sfida ed uno step in avanti. Per il nostro rapporto non me la sarei mai sentita di fare un torto al direttore, ho fatto le mie oculate ed attente valutazioni e per una serie di fattori sono rimasto a Venezia. Mi sono messo a disposizione del club e del tecnico come già avevo fatto prima. Sono una persona che una volta intrapresa una strada, vado fino in fondo. Antepongo l'aspetto umano a tutto il resto, per il sottoscritto è quello più importante e sono contento di essere ancora tra i lagunari. Mi dispiace che Luca Lezzerini si sia infortunato e debba stare fuori circa un mese,  ma giocare qualche partita è anche una soddisfazione personale che mi godo molto volentieri. Come mi vedo fra 10 anni? Bisogna capire se la mia esperienza servirà a qualcuno e chi vorrà realmente concedermi un'opportunità. Non farò mai l'allenatore perché non sarei in grado a livello caratteriale. A volte vorrei disporre della mia esperienza per allenare i portieri, alle volte per fare il procuratore o il talent scout. In questo momento le idee vanno e vengono troppo in fretta, non ho ancora deciso ma dipenderà molto dalle opportunità che si profileranno in futuro. Sono in attesa di capire quale sarà la strada che deciderò di intraprendere, ma intanto, finché mi danno l'opportunità di continuare a giocare, lo farò perché mi sento bene e mi diverto ancora".