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Pergolizzi: “Vi presento la mia famiglia. Esoneri in carriera? Prima di parlare bisogna sapere la verità. Solo Zamparini…”

Rosario Pergolizzi a tutto tondo: dall'importanza degli affetti familiari alle dinamiche della sua carriera da allenatore. In merito al capitolo esoneri, il tecnico del Palermo...

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Rosario Pergolizzi a cuore aperto, dentro e fuori il terreno di gioco.

Il tecnico del Palermo, attraverso le colonne dell'edizione odierna de 'Il Corriere dello Sport', ha deciso di sconfinare dall'angusto perimetro del rettangolo verde per lambire la sfera personale, raccontando frammenti significativi della sua vita. L'attuale allenatore dei rosanero può contare sull'affetto dei suoi due figli e della moglie Annamaria, ma purtroppo ha dovuto dire addio ai propri genitori scomparsi ormai da qualche anno.

"Famiglia? Conosco Annamaria ad Ascoli. Gennaio del ’91. Seduto in un ristorante di Piazza del Popolo, dove si passeggia avanti e indietro per ingannare il tempo, faccio amicizia con questa ragazza bella, laureata in Usa, che parla diverse lingue, ricca di interessi. Mi chiedo come abbia potuto scegliere me, semplice diplomato in ragioneria. Un amore fulminante. Ci sposiamo, giovanissimi, cinque mesi dopo, il 24 giugno. Marco nasce il 4 settembre del ’92, Alessio nel ’98, e l’anno venturo sono 29 anni di matrimonio. Nessuno dei due ragazzi ha seguito le mie orme. Il periodo più brutto? La perdita dei miei genitori. A dicembre del 2014 papà, Giuseppe; e ad aprile dell’anno successivo, mamma, Cristina. Mazzata improvvisa, dolori insopportabili".

Il tecnico rosanero è quindi tornato sul momento vissuto dal Palermo e sulle dinamiche relative alla propria carriera di allenatore togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

"Quando la gente parla di esoneri deve conoscere la verità. Un conto è essere licenziati, un altro dimettersi. Sono stato sempre io ad andarmene. L’unico esonero proprio a Palermo. Zamparini mi chiese di allenare la prima squadra. Come rifiutare? Ma sapevo che sarebbe tornato Guidolin. L’anno dopo mi hanno richiamato nella Primavera. E siamo diventati campioni d’Italia. Sarò l’allenatore più scarso del mondo, però chi parla del sottoscritto controlli prima il curriculum: a parte la prima categoria e la promozione, ho fatto la D, la Lega Pro, la B, la A, il secondo, la Primavera, l’under 17. Sono trasparente sulle mie cose, a costo di lasciare soldi e mangiare pane e cipolla. E ora, non mi importa chi siamo e da dove veniamo. C’è da conquistare la promozione e da levarsi il vestito bello per indossare quello della squadra grintosa, cattiva, concreta, che sa soffrire e poi vincere le partite con qualità".