Rosario Pergolizzi dice la sua sul nuovo Palermo.
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Pergolizzi: “Dall’era Zamparini a Mirri-Di Piazza, ecco cosa cambia. La Serie C è un’altra cosa, i nuovi investitori…”
Rosario Pergolizzi mette a confronto passato e presente del Palermo, dai trascorsi alla Primavera con Maurizio Zamparini alla nuova avventura sotto la guida del duo Mirri-Di Piazza
I rosanero, nei mesi scorsi, hanno vissuto diversi sconvolgimenti: dall'addio dell'ex patron Maurizio Zamparini, ai controversi passaggi di proprietà che hanno condotto al fallimento della vecchia società. A luglio, dopo la mancata iscrizione della squadra in Serie B, la rinascita del club, sotto la guida del duo Mirri-Di Piazza, tra i dilettanti.
L'allenatore del Palermo, intervenuto ai microfoni di TMW, ha ripercorso quanto accaduto alla vecchia società e ha parlato delle idee e degli obiettivi della nuova società, che intende riportare i rosanero tra le grandi del calcio italiano: "Io ho vissuto l’era Zamparini, tutto era già stabilito, la società era arrivata al top con Coppa UEFA, finale di Coppa Italia, Scudetto Primavera vinto. Era il lavoro di dieci anni, questo è quello di tre mesi. Se guardiamo indietro, ad agosto… Stiamo lavorando da tre mesi, questo club ha fatto tantissimo. C’è un settore giovanile, una prima squadra prima in classifica, 15-20 mila spettatori, attivi. Il movimento è stato perfetto. Non sono bastati due risultati negativi per fare saltare il castello, altrimenti non saremmo pronti per determinati obiettivi. Questo, in Serie D, è l'anno fondamentale. Quando vai in Lega Pro cambiano le regole, le prospettive, hai più tempo per vincere. Certo, in Serie C bisogna gestire la società fortificando tutto, dando strutture, cercando gli obiettivi. Non puoi pensare di vincere la D, poi la C, poi la B… Significa prendere in giro le persone, dare uno spettro a così lungo raggio è impossibile. Il Monza ha speso tanti soldi, sia quest’anno che quello scorso. Il Lecce è rimasto in C per molto tempo, il Catania lo è ancora, il Bari ha delle difficoltà. Sono convinto di poter vincere questo campionato, ma ci vorrà fatica. Senza strutture e senza società non andrai mai da nessuna parte. Devi creare il settore giovanile, le strutture, avere credibilità a livello economico. Rapportarsi con l’esterno. Se prendi uno schiaffo, senza determinati paracadute, rischi di farti male".
A proposito, invece, di un eventuale cambio di proprietà a seguito dell'arrivo tra i professionisti: "Viaggiamo su binari diversi, io devo far vivere la squadra nel mondo calcistico, tecnico, tattico, organizzativo. C’è un presidente, oltre all’ad, il ds e l’allenatore. Se poi la società vuole evolvere, trovare altri soldi e investitori, se va bene al presidente, per crescere, è ok per tutti. Chi semina calcio deve parlare solo di calcio. Con il rinnovamento abbiamo riportato i tifosi allo stadio. Dopo la delusione di Zamparini la gente vedeva in Mirri il tifoso, il palermitano. Non può raccontare favole, devi dargli fatti e risultati. Tutti sono della città, dal presidente al team manager, ma ci metteremo tutto. Noi rappresentiamo la città e la nostra terra".
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