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Paolo Rossi, il ricordo di Baggio: “La morte di Pablito la fine del nostro calcio. Vi racconto nostra amicizia”

Roberto Baggio ricorda Paolo Rossi

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Nella notte tra mercoledì e giovedì, la triste notizia.

E' scomparso prematuramente all'età di 64 anni Paolo Rossi. L'eroe del Mundial non stava bene da tempo, sconfitto da un male incurabile. I funerali si svolgeranno domani mattina nel Duomo di Vicenza, una vera e propria città adottiva che vuole omaggiare un'ultima volta il campione. Ai funerali, inoltre, sarà presente tutta la Nazionale italiana del 1982.

L'accaduto ha scosso l'intero mondo del calcio. Diversi, infatti, sono stati i messaggi di cordoglio diffusi sui vari social network e le commemorazioni per ricordare e celebrare Pablito. Tra questi, anche, Roberto Baggio, che intervenuto ai microfoni de 'La Repubblica', ha ricordato con parole toccanti Paolo Rossi: "Quando penso a chi mi ha insegnato a rialzarmi dai burroni della vita penso a Paolo. E anche lui mi ha confidato di aver pensato spesso a me. Il successo e le vittorie sono solo attimi di tregua dentro una resistenza umana cementata dalla capacità di non cedere al dolore".

LA TRISTE MORTE -"La fine di quel nostro calcio. Il congedo fisico dall’amico che più mi ha ispirato. Non parlo dei trionfi pubblici, penso agli angoli bui della vita autentica. È l’umanità a fare la differenza".

MILAN, ITALY - NOVEMBER 23:  (L-R) Carlo Ancelotti, Gianluca Vialli and Paolo Rossi talk before the UEFA Champions League group H match between AC Milan and FC Barcelona at Giuseppe Meazza Stadium on November 23, 2011 in Milan, Italy.  (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

PALLONI D'ORO E RIGORE A USA '94 - "Resta un mistero unico al mondo. Ne abbiamo riso spesso con Paolo: abbiamo concluso che il segreto è la familiarità, che qui viene prima della popolarità. Abbiamo potuto restare semplici, conservare gli amici, avere una famiglia, sentirci sempre a casa, tenere la giusta dimensione. Il Pallone d’oro si vince se non si smette il dialetto. Paolo è stato un uomo molto intelligente. Sapeva che io, dopo 26 anni, quando vado a letto tante volte penso ancora a quel rigore. Fin da bambino sognavo di giocare una finale Italia-Brasile. La sorte me l’ha offerta, concedendomi però solo l’impercettibile confine tra la felicità e la disperazione. Paolo è stato un fratello: non c’era bisogno di parole per spiegare le ragioni di un evento atroce e decisivo".