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Palermo, un 2019 folle: l’omaggio inglese di Zamparini, il caos Arkus Network e il crack societario. Mirri-Di Piazza e le nuove aquile

PALERMO, ITALY - APRIL 08: Fams of Palermo show their support during the Serie B match between US Citta di Palermo and Hellas Verona at Stadio Renzo Barbera on April 08, 2019 in Palermo, Italy. (Photo by Getty Images/Getty Images)

Un anno complicato per i colori rosanero, dalla possibile promozione in Serie A al rovinoso crack societario fino ripartenza dalla Serie D. Viaggio nel 2019 del Palermo

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Di Massimiliano Radicini.

Dal primo giorno all'ultimo istante.

Quello che si è appena concluso è probabilmente l'anno più strano della storia del Palermo, caso tristemente più unico che raro nell'intero panorama calcistico nazionale  Tre cambi di proprietà, quattro se consideriamo anche l'avvento del binomio Mirri-Di Piazza alla base della rinascita; un club che ha attraversato peripezie di ogni sorta e conosciuto a stretto giro di posta tutte le categorie, dalla possibile promozione dalla B alla A, alla temporanea retrocessione in C decretata dalla giustizia sportiva, fino ad arrivare alla cancellazione dai quadri federali professionistici con conseguente ripartenza dagli inferi della Serie D. Scenario assurdo e impensabile fino a pochi mesi fa.

Il 2019 per i colori rosanero era iniziato sotto la guida inglese della Sport Capital Group PLC, l'ultimo regalo di Maurizio Zamparini. Il profilo calcisticamente sconosciuto di Clive Richardson come presidente, la controversa figura di Emanuele Facile nei panni di  amministratore delegato e Dean Holdsworth come consulente sportivo (successore di David Platt, venuto a Palermo in "gita"), il quale si pesta operativamente i piedi con Rino Foschi, con quest'ultimo che finito tutto definirà l'ex calciatore inglese un "delinquente" ("come lo devo chiamare").

Terminata l'era inglese tra fraintendimenti, annunci di acquisti mai arrivati (l'unico innesto di quel frangente risulterà essere Niklas Gunnarsson, mai sceso in campo) e battaglie legali, le quote passano nelle mani di Daniela De Angeli, con Rino Foschi presidente. L'ex responsabile amministrativa e braccio operativo di Zamparini si intesta le azioni della società per cercare di traghettarla in mani sicure e salvarla dal fallimento: "L’aspetto più importante che mi ha fatto decidere di prendere la società è il tentativo di dare speranza alle persone che lavorano qui", disse ai tempi la De Angeli.

Proprio durante la gestione De Angeli-Foschi, scende in campo Dario Mirri, unico imprenditore che si dimostra pronto a versare la cifra di 2,8 milioni di euro nelle casse del Palermo al fine di acquisire la gestione quadriennale degli spazi pubblicitari all'interno dello stadio, consentendo di pagare gli stipendi dei calciatori salvando la squadra da una penalizzazione che sembrava ormai esser certa.

La squadra lotta ancora per la Serie A ma il percorso è sempre più tortuoso ed i risultati stentano ad arrivare, così Foschi prende la decisione di esonerare Roberto Stellone e far tornare a Palermo uno dei tecnici più amati dal popolo rosanero, Delio Rossi. Non solo il ritorno di Rossi, ma anche un altro passaggio di proprietà: niente cessione al colosso statunitense York Capital, la società passa nelle mani di Arkus Network (tramite il veicolo apposito Sporting Network) della famiglia Tuttolomondo, con le firme dal notaio che arrivano il 3 maggio. Ruoli determinante nella riuscita dell'accordo anche quelli avuto dal banchiere palermitano Vincenzo Macaione (advisor) e del presidente di Sicindustria Alessandro Albanese che diventa il nuovo presidente del club.

La conferenza stampa è in stile hollywoodiano, musica di sottofondo, video cinematografici e soprattutto tante slide, pilotate attraverso un telecomando usato su richiesta degli intervenuti, utilizzate per far "chiarezza" sulla struttura e la pianificazione della società che ha rilevato le quote. Una vera e propria schiera dirigenziale con, da destra verso sinistra nella foto sottostante: Salvatore Tuttolomondo, Fabrizio Lucchesi, Stefano Pistilli, Roberto Bergamo, Alessandro Albanese, Giuseppe Valente, Vincenzo Macaione, Walter Tuttolomondo, Daniela De Angeli e Rino Foschi.

Parole, parole, parole, soltanto parole. Può riassumersi così l'era Arkus Network. Comunicati su comunicati, minacce di querele mai arrivate, come non è mai arrivata la fideiussione da 800 mila euro per iscrivere la squadra al campionato di Serie B, conquistato tramite battaglie legali con la giustizia sportiva che inizialmente aveva spedito i rosa in Serie C per poi rimodulare la sanzione in 20 punti di penalizzazione e relativa esclusione dai playoff ("Mi vede preoccupato?"). Alla fine scappano tutti a gambe levate e restano solo le macerie della vecchia società che nel giro di pochi mesi muore ufficialmente con tanto di fallimento decretato dal tribunale.

Il 12 luglio la Federazione Italiana Gioco Calcio ufficializza l'esclusione del Palermo dai campionati professionistici ed il sindaco Leoluca Orlando pubblica il bando (avviso, ndr) per l'assegnazione del titolo sportivo per la formazione che ripartirà dal campionato di Serie D. Sei proposte, alla fine il club rosanero diventa di proprietà del duo Mirri-Di Piazza che pagano ben un milione di euro per iscrivere la squadra alla quarta serie italiana.

Nel giro di due settimane viene allestito l'organico a tempo di record, grazie all'eccellente lavoro svolto dall'amministratore delegato Rinaldo Sagramola e dal direttore sportivo Renzo Castagnini. L'inizio del percorso agonistico è esaltante: il ritorno di Santana, la conferma di Accardi e l'arrivo di tanti calciatori di spessore a fungere da guida per i giovani necessari in virtù delle regole che disciplinano presenza ed utilizzo dei profili under (classe 1999, 2000, e 2001) nella composizione degli organici delle squadre partecipanti al campionato di Serie D. Entusiasmo e senso di appartenenza mettono le ali al Palermo di Hera Hora, record di abbonati (10.446) e dieci successi consecutivi mandano in orbita ed in vetta al girone I la compagine di Pergolizzi. Poi il calo fisiologico, gli infortuni e qualche passo falso, con i rosanero che chiudono il girone d'andata  da campioni d'inverno ma con soli 3 punti di vantaggio sul Savoia. All'orizzonte una sessione di mercato invernale da capitalizzare al meglio, un girone di ritorno estenuante ed impegnativo, la promozione in C ed il ritorno nel calcio professionistico da conquistare. Il meglio deve ancora venire...

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