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Palermo, l’ex Schelotto: “Vazquez deve tornare in Serie A. Maresca? Gli dirò una cosa”. E su Zamparini..

Palermo, l’ex Schelotto: “Vazquez deve tornare in Serie A. Maresca? Gli dirò una cosa”. E su Zamparini..

Le dichiarazioni dell'ex direttore tecnico del Palermo su Mediagol.it

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“Voglio tornare in Europa, mi sento pronto per una nuova grande avventura europea”.

Queste le ambizioni di Guillermo Barros Schelotto: ex direttore tecnico del Palermo nell'annata 2016 insieme a Giovanni Bosi. L'anno scorso è stato l'allenatore dei Los Angeles Galaxy e ai microfoni di TMW non ha nascosto la sua voglia di tornare da protagonista nel calcio europeo. Diverse le tematiche che sono state affrontate da Schelotto: dal passato al futuro passando per il presente. Di seguito, le sue dichiarazioni.

PALERMO- "Non sapevo di Maresca (LEGGIQUI), sono contento per lui. È una persona fantastica e di lui ho un bel ricordo. Merita il meglio. Gli scriverò per fargli un grande in bocca al lupo. Vazquez tornerà in Italia. Ha reso nel migliore dei modi. È un calciatore straordinario, deve tornare in Serie A, dove fa la differenza”.

INTER- "È stata un'annata straordinaria. Ho visto un grande Lautaro che sono sicuro migliorerà ancora. È un goleador, un giocatore straordinario. Mi ha sorpreso invece la Juventus. Ovviamente mi sarebbe piaciuto sostituire Conte. Conosco bene Zanetti con cui ho avuto un grande rapporto. Vedremo cosa riserverà il futuro”.

LOS ANGELES GALAXY- "È stato straordinario conoscere Ibra. Averlo allenato è stato un grande piacere e motivo di arricchimento professionale. È un grande lavoratore. Insieme a Messi e Ronaldo è uno dei giocatori più forti in assoluto. Ha un corpo allenato, può ancora dare tanto”.

FUTURO- "Vorrei tornare in Europa. Sarebbe bello ritornare in Italia. A Palermo purtroppo non ho avuto modo di lavorare: mi aveva chiamato il presidente Zamparini che in quel momento era vicino a Pedrag Mijatovic con cui avevo avuto dei contatti già da mesi. L’idea mi era piaciuta. Abbiamo fatto quattro partite ma non mi avevano dato la licenza per allenare. Dovevo seguire il corso a Coverciano e intanto seguire la squadra. Non era professionale quello che mi proponeva Zamparini, ossia stare a Coverciano tre volte a settimana per prendere il patentino. Non avrei potuto seguire la squadra come sarebbe stato giusto fare. Ora è tutta un’altra storia e sono pronto anche per l’Italia”.

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