Dario Mirri tra passato, presente e futuro.
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Palermo, Mirri: “Vi racconto come è cambiata la mia vita da presidente”. E sull’invito a Miccoli…
Lunga ed interessante intervista a cuore aperto al presidente e comproprietario del Palermo, Dario Mirri. Tra i temi più spinosi, l’invito rivolto dal club a Miccoli per “La Notte dei Campioni” Una scelta che ha diviso l’opinione...
Il presidente e comproprietario del Palermo, in una lunga intervista rilasciata alla Repubblica, ha parlato di come la sua vita è cambiata a seguito dell'acquisizione del titolo sportivo del club rosanero e del nuovo ruolo a capo della società rosanero: “A chiamarmi per la prima volta ‘presidente’ è stato Salvo Ficarra a febbraio a Milano. Ci ha visto lungo e ha visto giusto. Essere amato dalla gente è bello, ma non mi illudo. So che nel calcio contano i risultati, ma sono felice perché sono contento di regalare una gioia ai palermitani. So però che chiunque faccia un selfie lo fa perché crede in me e la cosa mi responsabilizza ancora di più. Mia moglie e mia figlia sono preoccupate che la nostra vita possa cambiare. Siamo una famiglia felice e loro temono che il calcio possa portarci via questa felicità”.
La passione per la squadra della sua città, tuttavia, lo avvolge da molto tempo, anche grazie allo zio, storico ed indimenticabile presidente rosanero, Renzo Barbera: “Conservo le maglie da quando sono bambino, ma non sono attaccato agli oggetti o all’ esteriorità.
Anche il discorso del presidente con la sciarpa al collo è vero sino a un certo punto. La sciarpa ce l’ ho, ma non la ostento. Io sono rosanero dentro. Il mio cuore è rosanero. Da bambino ho pianto per il Palermo. In occasione della finale persa contro la Juventus a Napoli. Ricordo che ero nella cuccetta del “postale” di ritorno da Napoli e mio padre mi chiedeva perché continuassi a piangere. Quello era un pianto di dolore. Durante la conferenza stampa di presentazione ho pianto più volte, ma quelle sono state lacrime di commozione e di emozione. Mi sono commosso ed emozionato soprattutto vedendo i tifosi e ascoltando le loro storie. Nel mio progetto c’è tanto di Renzo e di quello che ho imparato dalla mia famiglia. Lui ha dato tutto se stesso per regalare ai palermitani un po’ di quello che aveva ricevuto. Non è stato il presidente che ha portato i campioni, ma è il presidente al quale è intitolato lo stadio. Si chieda il perché. La nuova maglia? A me piace quella rosa con le bretelle nere. Ma sono un tifoso e non un padre padrone e il mio voto vale uno come quello degli altri tifosi”.
Una battuta, infine, su un tema particolarmente spinoso e delicato. L'invito rivolto dalla società rosanero a Fabrizio Miccoli a “La Notte dei Campioni”, scelta sulla cui opportunità si è drasticamente divisa l’opinione pubblica a causa delle note vicende, di matrice etica e giudiziaria, che hanno coinvolto l'ex attaccante: “Parliamo di ambiti diversi. Io sto parlando di una partita di calcio e solo di quella. Miccoli è stato un calciatore che ha fatto la storia del calcio rosanero. L’ ho invitato solo a una partita di calcio e sto parlando solo di calcio. La valutazione su Miccoli fuori dal campo non spetta a me ma alla magistratura che potrà dare un giudizio definitivo”.
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