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Palermo, la resa dei conti tra Mirri e Di Piazza: l’assemblea del 9 giugno, la promozione in Serie C e il futuro del club rosanero

I due proprietari del club di viale del Fante stanno vivendo un periodo di tensione, il prossimo faccia a faccia tra meno di una settimana

Mediagol92

"Per non rischiare di frenare la risalita del Palermo, questa querelle societaria deve trovare una soluzione rapida".

Apre così l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport parlando dei dissidi interni in casa rosanero tra il presidente Dario Mirri e l'imprenditore italo-americano, Tony Di Piazza. Quest'ultimo lo scorso 26 maggio si è dimesso dalla carica di vicepresidente annunciando di voler mettere in vendita le proprie quote (40%). Una scelta, a detta dello stesso Di Piazza, maturata dopo diverse incomprensioni che non gli hanno permesso di svolgere il suo lavoro.

"Non ci sono molte opzioni, o uno dei soci liquida l'altro diventando padrone al 100% del club, oppure i toni si abbassano e si trova un modus vivendi che consenta alla squadra di proseguire un percorso costruttivo", si legge. Le tensioni tra i due, infatti, sicuramente non portano a nulla di buono per nessuno dei contendenti e non si deve giungere al punto che a farne le spese sia proprio il Palermo.

Una situazione sicuramente delicata e il 9 giugno ci sarà un nuovo faccia a faccia tra Mirri e Di Piazza, nel corso dell'assemblea dei soci dell'SSD Palermo: "Ma acuire le differenze rallenterà soltanto un processo di crescita che era già iniziato. Inoltre sui dissidi, si innescano inevitabilmente una serie di illazioni (Tacopina, Ferrero, o manovre occulte di ogni tipo) che al momento non trovano riscontro e intorbidiscono ancora di più le acque".

All'ordine del giorno nell'assemblea ci sono tutti i punti da chiarire tra i due, una vera e propria resa dei conti che verrà fatta, tra l'altro, all'indomani della probabile promozione ufficiale in Serie C dei rosanero, attesa per giorno 8 giugno, quando si riunirà il Consiglio federale della Figc: "Ed è pesante dovere contenere la gioia per la vittoria non tanto per gli esiti della pandemia, ma per i dispetti interni fra dirigenti",conclude il quotidiano.

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