di Leandro Ficarra
TOP 'PALERMO NEI PLAYOFF
Palermo, il talento sussurrato di Floriano: classe e tenacia, la sua firma sulla B
Poker d'assi calato al tavolo dei playoff. Passo felpato e zampate ferali. Talento e determinazione per azzannare l'obiettivo. Quattro gol per salire di slancio la rampa che schiude le porte del paradiso al Palermo di Baldini. La firma, da calcare bene sul rettangolo verde, è quella di Roberto Floriano.
Stagione controversa e tormentata, in linea con la sua travagliata parabola professionale. Spingere forte e volare alto verso lo step successivo. Fino ad essere sistematicamente ricacciato indietro nel tapis roulant della sua carriera. Discontinuità, indole umorale e contingenze avverse.
Superficialità, integralismi tattici e miopia calcistica che inficiano spesso la valutazione di alcuni addetti ai lavori. Ali tarpate ed oppresse nell'angusta gabbia del pregiudizio che alimenta l'inflazionato stereotipo del "giocatore di categoria". Predisposizione e tendenza che non sempre equivalgono ad una sentenza.
Doti tecniche, creatività e pensiero calcistico del classe 1986 avrebbero legittimato l'ambizione di insinuarsi nel salotto buono del panorama nazionale. Senza sfigurare e con la voglia di non restare un nobile intruso. Ma, com'è noto, classe e qualità balistiche non bastano da sole a dimensionarti professionalmente nel gotha del nostro calcio.
Fato, scelte e tempi non sempre perfetti. Limiti e rimpianti. Piedi, testa e cuore che fisiologicamente non trovano simmetrica armonia nel tumulto, meravigliosamente imperfetto, che inebria la gioventù. Qualche treno perso di un'inezia in direzione gloria.
Il coraggio e l'abnegazione di inseguire e conquistare i propri traguardi. Fermata dopo fermata. Pazienza, carattere e determinazione per dribblare ostacoli e scetticismo. Forza interiore per digerire e metabolizzare i bocconi amari. La voglia indomita, sempre e comunque, di ricominciare.
L'amore per il calcio che fuga ogni delusione e colpo basso. La sfera deve continuare a rotolare sul manto erboso. Dando respiro e vita ai propri sogni.
La trafila dorata nella cantera dell'Inter formativa anticamera di ciò che poteva essere Battesimo di lusso per ciò che è comunque, fortissimamente, stato. Laborioso, ma bello e intenso. Dal ginepraio del dilettantismo, passando per il purgatorio delle Lega Pro. Fino alla Serie B, ad oggi solo assaggiata.
Il viaggio di Roberto Floriano è fin qui stato eterogeneo Campi di periferia, favole di provincia e piazze da Serie A. Foggia, Bari e Palermo, tra le altre. Club in cui, per tradizione, storia e passione del pubblico, atmosfera e fascino del contesto proiettano il tuo ego di calciatore al top. Oltre le vicissitudini e la categoria.
Quello tra il ragazzo nato in Germania e la maglia rosanero è un idillio suggestivo. Il 28 maggio 2018 un precoce trailer con vista sul futuro.
Un cucchiaio al fiele per il Frosinone, servito negli ultimi giri d'orologio, rovina i piani di promozione diretta in Serie A dei ciociari. Floriano sigla il pari del Foggia e spedisce la squadra di Longo ai playoff di Serie B dove nell'ultimo atto troverà proprio il Palermo. Il retour match del Benito Stirpe, tra rigori assegnati e poi revocati, palloni in campo a gara in corso, appendici in sede di giustizia sportiva e ordinaria, sancirà la fine sostanziale dell'era Zamparini e sarà il crocevia del fallimento del club rosa nell'annata seguente.
Anello inconsapevole del destino nell'agonia della vecchia proprietà. Protagonista assoluto di un nuovo inizio. Floriano arriva a Palermo nel gennaio 2020. Otto presenze, sei gol ed un assist nella trionfale cavalcata dei ragazzi di Pergolizzi verso il professionismo. Trentadue volte in campo, con sei gol e due assist, nella stagione successiva. Quella dell'avvicendamento tra Boscaglia e Filippi e del sogno playoff infranto ad Avellino.
L'anno dell'apoteosi rosanero è un imprevedibile tagadà per Roberto. Gol all'esordio contro il Latina al Barbera. Sigillo nel vittorioso tris interno al Foggia. Poi la debacle in casa della Turris e l'eclissi che lo proietta in fondo alle gerarchie di Filippi. Floriano colleziona solo panchine e briciole di minutaggio. Pagando, forse oltremodo, il processo involutivo sul piano tecnico e nervoso di una squadra non più in grado di rispondere sul campo alle sollecitazioni del suo allenatore. Il ragazzo mastica amaro ma ingoia il rospo con lodevole professionalità. Mai un'intemperanza, un atteggiamento sopra le righe, una parola fuori posto. Frustrazione, sofferenza e sana voglia di rivalsa. L'ipotesi al vaglio, suo malgrado, di cambiare aria. L'esonero del tecnico di Partinico è per Floriano uno spartiacque. L'arrivo di Baldini gli ribalta prospettive e stagione.
Metamorfosi tattica, mentale e concettuale. Rivoluzione profonda e radicale. Sul campo, nella testa, nello spirito. Il Palermo cambia pelle, volto ed anima. Floriano disfa ben presto la valigia.
Fiducia, empatia e metodologie di lavoro del coach di Massa lo rivitalizzano. Elisir motivazionale, atletico e psicologico. Calcio propositivo, audace ed al contempo essenziale, che esalta ampiezza, verticalità, profondità. Canovaccio ideale per i giocatori di chiara propensione offensiva. Dotati di sopraffina tecnica individuale, estro e qualità balistiche. Gioco intrigante ma non privo di rischi. Ambizioso sì, ma dispendioso se non si vogliono pregiudicare i labili equilibri.
Floriano carbura alla distanza. Diventa presto punto di riferimento e freccia dardeggiante nel tridente varato da Baldini, con Valente gemello diverso e Luperini guastatore centrale, alle spalle di Brunori. Sa che per restare in cima alle gerarchie deve correre forte. Soprattutto senza palla per garantire pressione e densità in fase di non possesso. Si fa spremere volentieri durante la settimana. I risultati emergono nitidi. Qualità ed esperienza da vendere permeate da abnegazione e spirito di sacrificio. Verve atletica a tratti sorprendente a dispetto della carta di identità. Prestazioni di sostanza, gol ed assist. Una gestione ponderata delle energie. Un rigore fallito nel match interno contro l'Andria. Primo flop collettivo a cui seguiranno i pari insipidi contro Potenza e Paganese. Lo sfogo di Baldini irrora le vene, risveglia anime e coscienze. Riannoda i fili della coesione e fa deflagrare il concetto di squadra. Nell'accezione più alta e virtuosa del termine. Prima nota di una marcia trionfale. Floriano sale in cattedra. Lo squillo contro il Picerno. La perla di Bari biglietto da visita in pergamena per le rivali nella corsa promozione.
Nel crescendo rossiniano della banda Baldini nei playoff, il classe 1986 diviene assoluto mattatore. Dribbling sullo stretto, imbucate d'autore, gemme calcistiche, risolutezza da vero finalizzatore. La doppietta di Trieste è un concentrato di rapacità e intelligenza calcistica, perfetto nell'attaccare, quasi in fotocopia, lo spazio aperto dal movimento di Brunori su assist di Valente. Un capolavoro il lob dolcissimo a chiudere il pregiato fraseggio con Damiani a Salò. Decisivo e dal peso specifico straordinario l'acuto all'Euganeo nella finale d'andata contro il Padova. Il tutto condito da una condizione psicofisica brillante ed un'applicazione lodevole sotto il profilo tattico e mentale in entrambe le fasi di gioco.
Playoff di livello eccelso, forse non sufficientemente celebrati, per un calciatore che ha davvero spostato gli equilibri. Fornendo un contributo decisivo alla promozione in B del Palermo nella fase topica della stagione. Carattere schivo e indole riservata non hanno reso l'esatta misura in merito a compartecipazione emotiva e attaccamento alla causa rosanero. Da parte dell'uomo ancor prima che del professionista.
Al pari di Brunori, De Rose, Luperini, cosi come esterni bassi e centrali difensivi, Floriano è stato tra gli elementi che hanno evidenziato una crescita esponenziale di rendimento durante la gestione Baldini. Contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Roberto è sospeso in un limbo, come molti suoi compagni di squadra in attesa di conoscere il proprio futuro. Tutto sarà più chiaro dopo l'avvio ufficiale dell'era City Football Group per il club di viale del Fante. Svolta calcisticamente epocale e prestigiosa che può rilanciare dimensione ed ambizioni del Palermo FC ai massimi livelli. Floriano si è comunque, già di diritto, guadagnato un posto di pregio nella storia recente della società e nel cuore dei tifosi. Qualora la sua favola rosanero dovesse concludersi qui, Roberto non poteva auspicare epilogo migliore.
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