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Morte Maradona, il ricordo di Nino D’Angelo: “Quelle cene a Napoli tra spaghetti e tango…”

Il ricordo del cantante dopo la morte della leggenda argentina

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Anche Nino D'Angelo ricorda l'ex stella del Napoli.

Lutto nel mondo del calcio e non solo, dopo la scomparsa di Diego Armando Maradona, spentosi il 25 novembre presso la sua abitazione a Buenos Aires. Tra i tanti personaggi famosi ad avere in questi giorni omaggiato la leggenda argentina, anche il noto cantante napoletano Nino D'Angelo, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport" per ricordare alcuni momenti condivisi con il numero 10.

"Quando Diego è venuto a Napoli ha visto i manifesti per strada con un cuore e due volti, il mio e il suo: “Napule tre cose tene ‘e bell: Maradona, Nino D’Angelo e ‘e sfugliatell”... Pensava che fossi uno in cerca di pubblicità, era il periodo della mia più grande popolarità. Mi chiamò il Napoli e mi disse che voleva conoscermi: mi ha invitato allo stadio e siamo diventati amici. Oltre al successo, da malato di calcio, e tifoso del Napoli, ho avuto il privilegio di diventare amico di Maradona. Lui era un antidivo: divo per forza, non perché lo voleva lui. Lo amavo come calciatore, ho imparato a conoscere bene l’uomo ed era una persona straordinaria. Diego era di tutti, era la Napoli borghese e popolare. Diego amava la gente piccola, quelli che nascono per perdere. Finisce la persona, ma la leggenda non muore mai. Rivedo quel gol su punizione in area alla Juve, a 10 metri dalla porta, con la barriera a 5 metri: come si fa a segnare? Era l’artista del pallone, un calciatore infinito. È mancato il più grande". 

Il cantante ha poi ricordato le serate passate in compagnia di Maradona e consorte: "Eravamo entrambi amici di Bruscolotti, è casa sua il luogo in cui abbiamo stretto tanto, preso confidenza. C'era la moglie di Peppe, Mary che cucinava gli spaghetti aglio e olio, avevano una camera adibita a discoteca, Diego veniva con la moglie e mangiavamo, loro ballavano il tango argentino, Diego era un bravo ballerino".