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Morganella: “Calcio e Coronavirus, dico la mia. Palermo tappa fondamentale, racconto quando ho rotto i denti a Ujkani”

Le dichiarazioni rilasciate dal difensore del Livorno tra passato, presente e futuro: "A Palermo sono stato da Dio, la piazza non meritava la Serie D"

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"Mi manca il campo, ma cerco di fare il possibile per tenermi in forma".

Lo ha detto Michel Morganella. Il difensore del Livorno, intervenuto ai microfoni di TMW, si è raccontato a 360° toccando diversi temi importati: dall'emergenza sanitaria globale legata alla diffusione del Covid-19, alla possibile ripresa dei campionati di calcio fino all'esperienza a Palermo con la casacca rosanero.

CORONAVIRUS -"Per il bene di tutti bisogna rispettare le regole. Io mi alleno molto a casa e ne approfitto per stare più tempo con i miei figli. A casa non posso correre come se fossi fuori. Faccio il possibile, squat, affondi, esercizi per le braccia. Ma non ho un giardino di trecento metri, quindi cerco di far e il possibile. Poi la società ci ha dato un programma da svolgere in videoconferenza, ma è facoltativo. Ho ancora tanta voglia di giocare".

RIPRESA CAMPIONATI - "Da giocatore mi manca il campo, gli allenamenti, la competizione. Vorrei si riprendesse. Ma la salute viene prima di tutto. Meglio prima risolvere la situazione e non rischiare nulla. Poi tutti abbiamo voglia di finire il campionato, non sarà un problema saltare le vacanze per giocare. Quanti allenamenti serviranno prima di tornare a giocare? Un mese di allenamento e ce la facciamo. Ma saranno i preparatori e le società a decidere. Se chiameranno per tornare a giocare saremo pronti e disponibili. Il mio pensiero personale è che prima bisogna vincere contro il Coronavirus e poi scendere in campo".

LIVORNO - "Ho firmato con grande convinzione e tanta voglia. Purtroppo le cose non sono andate come speravo. Le aspettative, sicuramente, erano diverse. Dove mi vedo il prossimo anno? Sicuramente in campo. L’Italia mi piace, se avessi la possibilità di continuare in Italia sarebbe bello. Il mio figlio più grande è nato a Palermo, gli altri due in Svizzera. Parlano italiano. L’Italia è un gran bel paese, ma non escluderei l’estero".

PALERMO -"Senza dubbio la tappa più importante della mia carriera. A Palermo ho vissuto tanti anni da giovane e poi da più anziano. Ho un bel ricordo anche di Novara dove il gruppo era fantastico, anche se ricordo di aver fatto male a Ujkani: partita contro il Bologna, palla in profondità, Samir esce, cade e mi schiaccia: gli sono saltati i denti. Ma gli ho fatto un favore, adesso è più bello. A Palermo facevamo anche i barbecue con tutti i sudamericani, ero l’unico europeo nel loro gruppo. Vado d’accordo con tutti, per me non ci sono nazionalità. E poi quando c’era Troianiello, che ricordi: un personaggio molto positivo per il gruppo. Quando facevamo le cene di squadra Gennaro si metteva in piedi iniziava a ballare e si strappava la maglietta. E parlava sempre in napoletano. Poi Miccoli, fortissimo, con la palla faceva ciò che voleva. In campo era decisivo. E nello spogliatoio gli piaceva scherzare ed era sempre disponibile con tutti".

NUOVO PALERMO -"Che effetto fa vedere i rosanero in Serie D? Quando è successo ho provato una tristezza infinita. Palermo non meritava questo. Ho seguito qualche partita, ogni tanto sento Accardi oppure il magazziniere. A Palermo sono stato da Dio. E se arrivasse una chiamata tornerei anche domani, al di là della categoria".