serie d

Mirri: “Zamparini, gli inglesi e Tuttolomondo ci avevano tolto la dignità. Noi società trasparente”

"Come tifoso e come imprenditore per me il Palermo è la mia squadra del cuore, ma è anche un investimento, un'impresa"

Mediagol92

"Sono molto soddisfatto e contento per il risultato conseguito. Meglio di così non poteva andare. Posso dire che in questo momento abbiamo tutto. Non c'è nulla che manchi al nostro progetto. Difficile fare di più".

Inizia così l'intervista rilasciata dal presidente del Palermo, Dario Mirri, ai microfoni de La Repubblica. Il numero uno del club di viale del Fante ha parlato a 360 gradi tra vecchia e nuova società: "Abbiamo ritrovato quella dignità che ci era stata tolta. Dallo Zamparini degli ultimi tempi sino ad arrivare a Tuttolomondo passando per gli inglesi, tutti avevano tolto la dignità a noi tifosi e alla nostra squadra del cuore. Oggi abbiamo una dignità di persone oneste e trasparenti che vogliono bene al Palermo. Oggi, qualunque cosa faccio da Palermo. Come tifoso e come imprenditore perché per me il Palermo è la mia squadra del cuore, ma è anche un investimento, una impresa".

L'investimento fatto da Mirri e Di Piazza, la scorsa estate ha già portato i primi frutti: "Abbiamo una forza economica che in C non ha nessuno e che in B hanno in pochi. Il nostro capitale sociale non solo è stato versato, ma i soldi sono in cassa e non sono virtuali. Abbiamo cinque milioni cash e questa è la nostra forza tangibile. Ma c'è anche un forza che è data dalla trasparenza del progetto. Quello che sognavo da tifoso l'ho raggiunto da presidente".

La vittoria del campionato di D è arrivata d'ufficio, ma i rosanero vantavano un vantaggio di sette lunghezze sulle inseguitrici: "Questa promozione è storica perché venivamo da anni difficili e mesi drammatici. Vincere un campionato è comunque fare la storia. Un po' come accadde nel primo fallimento con la differenza che quel Palermo ha avuto un anno per organizzarsi, noi abbiamo fatto tutto in pochi giorni e abbiamo vinto".

Un campionato in cui i rosanero fin dalle prime giornate avevano tutto da perdere: "Eravamo costretti a vincere - ha spiegato Mirri -. Non avevamo alternative. Personalmente ho sentito molto la pressione di quello che andavamo a fare. Avevo paura di fallire davanti ai tifosi, alla città e alla mia famiglia. Non andare in C sarebbe stato un vero fallimento. Un disastro. Avevo tutto da perdere e per questo motivo la definisco storica".

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