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Mirri: “Stadio, centro sportivo e nuovo allenatore. Voglio il Palermo in Serie A, ma non sono un benefattore”

"Io voglio pagare, ma voglio pagare il giusto. Se mi si chiedono 350 mila euro per lo stadio significa che si vuole la morte del Palermo"

Mediagol92

"Io credo che il Palermo non possa prescindere da Palermo. Se qualcuno vuole fare politica sul Palermo a mio giudizio fa male alla città e a se stesso".

Questa la risposta del presidente del Palermo, Dario Mirri, in merito alla querelle relativa alla concessione dello stadio Renzo Barbera. Intervistato da La Repubblica il numero uno del club rosanero ha spiegato: "Se volessi fare un ricatto potrei dire che sono pronto a non iscrivere la squadra qualora non si dovesse raggiungere l'accordo sullo stadio, ma mi fa lo stesso male dover dire che la iscrivo e poi vado a giocare dove ci ospitano. Io voglio pagare, ma voglio pagare il giusto. Se mi si chiedono 350 mila euro per lo stadio significa che si vuole la morte del Palermo e io, prima di far morire il Palermo, lo porto a giocare altrove".

Tra i progetti della società di viale del Fante c'è anche quello relativo al centro sportivo: "Torretta o Piana degli Albanesi? E perché no a Monreale. Ci sono tre ipotesi in ballo, ma io sono aperto ad altri suggerimenti. Se riusciamo a chiudere con uno di questi comuni sono pronto a partire anche domani. Abbiamo il progetto di massima con tre campi, palestre, club house per i nostri calciatori".

Mirri si è poi soffermato anche sul nuovo allenatore: "Stiamo cercando un vincente. A me interessa vincere, come a tutti i tifosi. Ci muoviamo solo per competenze senza nomi suggeriti dagli amici. Voglio guardare avanti e cercare il meglio. Ecco, per esempio, perché sarebbe anacronistico chiedere ad Amauri di tornare in campo. Non dobbiamo voltarci indietro. Noi palermitani dobbiamo avere più fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità pensando che siamo la squadra che ha battuto per tre anni di fila la Juventus e non solo quella dei Tuttolomondo o dei procuratori slavi. Insomma pensiamo in grande".

"Io, in un anno ho messo nel Palermo sette milioni tra gli stipendi della vecchia società e i soldi del nuovo club - ha specificato Mirri -. Non so se l'ultimo Zamparini può dire di aver fatto altrettanto. Il mio obiettivo è imprenditoriale. Se metto sette milioni ne voglio raccogliere settanta. Non sono un benefattore. Nel calcio di oggi nessuno butta i soldi. Dopo un anno sono sempre più convinto che il Palermo sia una grande opportunità. Di Piazza, mi viene da dire, è salito sul carro di chi lavorava da mesi e aveva già messo dei soldi. Ma io voglio il Palermo in A: lo voglio da tifoso e da imprenditore - ha concluso il presidente rosanero -. La società in A varrà come minimo 150 milioni e forse allora potrò decidere di venderla".

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