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Mirri: “Recuperare 2,8 milioni? Voglio recuperarne 28, Palermo dopo le big italiane. L’anno scorso mi sono sentito truffato…”

"La nostra città non meritava di essere usata da certe persone per interessi personali. Da lì è nata però la voglia di sbracciarmi per un progetto nuovo"

Mediagol92

Parla il presidente rosanero.

Intervistato da Il Giornale di Sicilia il numero uno del club di viale del Fante, Dario Mirri, ha parlato esattamente dodici mesi dopo aver perso i 2,8 milioni versati lo scorso anno per acquisire la gestione degli spazi pubblicitari del "Barbera" e per provare a salvare il Palermo da una penalizzazione che sembrava ormai esser certa: "Se probabilmente senza quei 2,8 milioni oggi non sarei qui? Forse sarei entrato prima, chi lo sa. Di certo quei soldi li abbiamo messi per salvarli e non per perderli, speravamo che il Palermo potesse resistere per andare in Serie A e non morire".

In città da diversi mesi si parla del fatto che Mirri abbia intenzione di recuperare quei soldi attraverso il nuovo Palermo, club di cui è proprietario insieme all'immobiliarista Tony Di Piazza: "Io di milioni voglio recuperarne 28, se è per questo. Sono convinto che il Palermo venga dopo le big italiane, io e Di Piazza crediamo fortemente nell’internazionalizzazione. Se il Manchester City ha ceduto il 10% delle quote per 490 milioni di sterline, vuole dire che tutto il club vale quasi cinque miliardi. Mettiamo che il Palermo possa arrivare a valere un centesimo del Manchester City, parliamo comunque di 50 milioni se lo portiamo in A. Quei 2,8 milioni sono una perdita assodata".

Mirri si è poi soffermato su come andò la vicenda: "Il venerdì di Palermo-Brescia abbiamo passato il pomeriggio in studio senza firmare, neanche andai allo stadio. Loro dicevano di avere altre opzioni, ma di fatto tutto si sbloccò la domenica. Foschi mi chiamò la sera, io ero in pigiama pronto per andare a letto e mi disse che non avevano alternative. Andai subito a firmare e l’ indomani alle 9 di mattina sbloccammo i pagamenti".

L'attuale presidente del Palermo aveva fitti contatti con Enrico Preziosi: "Si è tirato indietro. Giorno dopo giorno capivo che non aveva intenzione di partecipare all’impegno e avevo proposto quella che Foschi definì una colletta, mica pensavo che Zamparini avrebbe messo altri soldi. Ero convinto che tutto finisse lì, invece ci fu un’operazione sopra la nostra testa. Mi sono sentito truffato, perché mi hanno fatto mettere 2,8 milioni se potevano metterli loro?".

A poche settimane dalla fine dello scorso campionato di B il Palermo fu ceduto a Tuttolomondo: "Lì sono morto. Capii non solo che avevo perso i miei soldi, ma anche che avevo perso il mio Palermo. Cosa resta? Rabbia e umiliazione. La nostra città non meritava di essere usata da certe persone per interessi personali. Da lì è nata però la voglia di sbracciarmi per un progetto nuovo. Con Sagramola ho messo su carta tutto quello che avevo nella testa e nel cuore, quanto ho imparato dai tempi di mio zio Renzo Barbera, ma anche quello che avrei voluto fare da imprenditore al posto di Zamparini".

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