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Milan, semplicemente Pioli: dai capolavori Bologna e Lazio al dramma di Firenze. La frase di Zamparini sui testicoli…

Normal one capace di conferire equilibrio, solidità ed efficacia alle squadre da lui guidate: Stefano Pioli ha sempre fatto bene salvo incartarsi al momento di compiere il definitivo salto di qualità. L'ex tecnico del Palermo ci riprova sulla...

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Stefano Pioli sarà il nuovo allenatore del Milan.

Questa mattina, il tecnico originario di Parma ha firmato un contratto (da 2 milioni di euro circa a stagione) che lo legherà al club rossonero per i prossimi due anni. E alle ore 13 verrà presentato ufficialmente alla stampa. Dopo l'ultima esperienza sulla panchina della Fiorentina, dove ha dovuto gestire il dramma di Astori, dunque, Pioli - che nel corso della sua carriera è stato esonerato da Maurizio Zamparini prima dell'inizio del campionato - si appresta ad iniziare una nuova avventura.

"Contrariamente a Marco Giampaolo, che allena un'idea di calcio, Stefano Pioli, parmigiano, 53 anni, allena degli uomini. Che detta così sembra meglio, ma è semplicemente diverso. Giampaolo, per dire, seduce. Pioli rassicura. Il pragmatismo è la sua cifra - scrive l'edizione odierna de 'La Repubblica' -. A Bologna nel 2011 voleva vendere Mudingayi, in mediana c'era già Perez e credeva bastasse. Ma quando capì che non era aria, li mise entrambi davanti alla difesa: 3-4-2-1 e quel Bologna chiuse nono con la quarta miglior difesa del campionato. Zamparini, che al Palermo l' aveva silurato neanche tre mesi dopo averlo assunto, disse, testuale: 'Mi sto mangiando il secondo testicolo, il primo l' ho già mangiato'. Quando la Lazio lo chiamò, nel 2014 Tare confidò di nutrire grande fiducia per il primo anno, meno per il secondo. Aveva ragione. La durata, forse, è il suo limite. C'è chi sostiene che non abbia personalità, ma non è vero, per quanto allenare una grande ne richieda in dosi massicce. A Candreva però rinfacciò di non averne abbastanza per meritarsi la fascia di capitano. Fu il caos. [...] La sua prima stagione a Roma fu un capolavoro: terzo posto, preliminare di Champions, una Coppa Italia sfuggita al supplementare (con la Juve, sua bestia nera), col famigerato doppio palo di Djordjevic e Matri che poco dopo gelò l'Olimpico. A volte si perde per un centimetro. A Firenze ha gestito il dramma di Astori, e sul quel gruppo ha costruito mesi ad alto livello. Anche lui si fece tatuare, sul polso sinistro, 'DA13' in ricordo del difensore. Entrare in empatia coi giocatori, ecco cosa ritiene strategico. [...] Tranquillizzare gli riesce più che accendere, ma al Milan deve provare a fare anche quel passo lì".