L'incrocio tra Milan e Inter potrebbe indirizzare il prosieguo della Serie A.
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Milan-Inter, l’anteprima del match: il derby della verità, chi vince a San Siro indirizza una stagione
Tutto quello che c'è da sapere sul big match del weekend
Mai banale e tutt'altro che scontato, il confronto tra le due metà di Milano resta sempre dal raro fascino. In quest'annata particolare - influenzata dall’incombere dell'emergenza pandemica - questo crocevia conta, se possibile, ancora di più, viste le ormai comuni ambizioni di classifica di rossoneri e nerazzurri. Questi ultimi proveranno certamente ad allungare in vetta al campionato, dopo che nello scorso turno sono riusciti a raggiungere il primo posto e a sorpassare proprio i 'cugini', incappati in un'inaspettata sconfitta contro lo Spezia. D'altro canto il Milan arriva con una forma fisica non del tutto ottimale, ma con la fame di chi vuole - nel match più importante dell'anno - raggiungere cime che, negli ultimi anni, sono sempre rimaste inesplorate.
Complice la rifondazione societaria e dirigenziale, i rossoneri hanno avuto una fase di transizione molto più lunga e travagliata rispetto alla loro controparte nerazzurra, riuscita a rialzarsi più in fretta - ma non senza difficoltà - dalle ceneri del post Triplete del 2010. Un'identità, una coesione del collettivo era sempre mancata al gruppo oggi in mano a Stefano Pioli, riuscito nell'ultimo anno a creare un'alchimia tale da riportare i sette volte campioni d'Europa a competere per gli obiettivi che più le sono familiari.
Diversi gli elementi che hanno portato ad una ascesa così rapida e ad un prepotente ritorno, almeno per il momento, nell'olimpo del calcio italiano. Dalla gestione di un calciomercato non dai grandi nomi ma dalla nascosta e smisurata sostanza, fino alla formazione di una colonna tecnica portante composta fin dalle sua fondamenta da leadership e carisma nei suoi interpreti. Dalla sicurezza di Donnarumma all'atteggiamento calcisticamente spropositato di Theo Hernandez. Dalla qualità e sostanza di Bennacer e Kessie fino alla grinta e al carattere puramente agonista di Ibrahimovic. Tutti tasselli fondamentali di un lavoro portato a compimento dall'addio di Giampaolo e che , probabilmente, avrà un punto di svolta tra poco più di ventiquattro ore, sul prato verde di San Siro.
Una svolta, quella che anche l'Inter deve dimostrare di poter dare. L'ultimo e forse decisivo colpo di frusta che potrebbe andare a chiarire, almeno per il momento, da che parte pende l'ago della bilancia della Serie A. Uno scontro che dunque vale tanto, anche e soprattutto a livello morale e di equilibri, vista e considerata la prima parte di campionato super dei rossoneri ma anche la tenacia dei nerazzurri, figlia del loro tecnico Antonio Conte. Quest'ultimo, motivatore e stratega, capace di fuoriuscire dall'ordinario con semplici scelte e di instaurare l'animo combattivo che in questo mondo ha sempre fatto la differenza. Un match dal sapore speciale, che vale tre punti ma che, indubbiamente, conterà molto di più sotto tutti gli aspetti. Domani più che mai, sarà possibile capire da che parte sta la parola Scudetto.
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