serie a

Milan-Genoa, Pioli duro: “Niente alibi, sprecato un’occasione. Porte chiuse? Senza pubblico non è calcio”

Le parole del tecnico rossonero, Stefano Pioli, a margine del ko rimediato contro il Genoa

Mediagol93

Nuovo stop per il Milan.

Niente da fare per i rossoneri che, dopo lo scialbo pareggio maturato contro la Fiorentina, fallisce ancora l'appuntamento con la vittoria nella sfida di questo pomeriggio contro il Genoa. Il Grifone, in un "San Siro" eccezionalmente vuoto, non lascia scampo agli uomini di Pioli: sconfitti con il risultato di 1-2, grazie alle reti di Pandev e Cassata. Un ko analizzato al triplice fischio dal tecnico della compagine meneghina, Stefano Pioli, intervenuto ai microfoni di "DAZN".

"Senza pubblico non è calcio, vale per tutte le squadre. Oggi avevamo un’opportunità per mostrare le nostre qualità, seppure in condizioni difficili. Non ci siamo riusciti, soprattutto per demeriti nostri. Non dobbiamo darci alibi, né per le porte chiuse né per il caos societario. In settimana abbiamo lavorato bene, ma dovevano essere più attenti nelle occasioni che abbiamo subito e più determinanti in attacco. I due gol sono frutto dei nostri sbagli. Dobbiamo fare meglio. Siamo arrivati 22 volte alla conclusione, abbiamo fatto la partita. Non è un problema tecnico-tattico. Oggi avevamo un’occasione per fare un salto in classifica, ma non ci siamo riusciti. La prestazione, negli episodi determinanti, ci mostra che abbiamo sbagliato. Io devo rimanere concentrato sul lavoro, il futuro non mi preoccupa. Finire nel miglior modo possibile la stagione è fondamentale. Decideranno gli altri cosa ne sarà di me, la precarietà è normale nel mio ruolo. Ibrahimovic? Si è abbassato tanto, anche troppo, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo Leao doveva stargli più vicino, non è riuscito a trovare la posizione giusta. I giocatori devono essere a sostegno di Ibra, soprattutto quando gli avversari si schierano tutti a coprire lui. In difesa non siamo stati solidi, ma abbiamo concesso tre tiri in porta, sono stati degli episodi. Sciopero? È la terza partita che arriviamo senza sapere se giocheremo o meno. È normale che qualcosa nella testa succeda, ma vale per tutte le squadre. È una situazione drammatica di emergenza, soprattutto per noi in Lombardia. Ci sono persone più adatte di me per prendere determinate decisioni. Noi continuiamo a lavorare per prenderci delle soddisfazioni e dare un po’ di serenità al paese".