Dramma sportivo.
serie b
Mazzotta: “Tuttolomondo solo chiacchiare. Albanese? Ci fidavamo di Foschi, ma l’hanno messo fuori. I fallimenti di Lucchesi…”
"Questi personaggi non la devono passare liscia. Hanno ferito una città, ma non siamo morti. Sarebbe bastata un po’ più di attenzione da parte di tutti"
Il Palermo ripartirà dalla Serie D, dopo la mancata iscrizione al campionato cadetto da parte di Arkus Network, società che si occupa di turismo che ha rilavato club di viale del Fante lo scorso 3 maggio. Una stagione complicata terminata con un terzo posto e con l'inutile battaglia giudiziaria, visto come è finito il tutto, per evitare la C. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il terzino palermitano, Antonio Mazzotta ha raccontato cosa è accaduto negli ultimi mesi all'interno del club rosanero: "Giocare l’ultima partita con il Cittadella davanti a quasi 30 mila spettatori è stata un’emozione indescrivibile, poi tanta rabbia. Abbiamo dato mandato all’Aic, attraverso Pomini, di agire legalmente. Questi personaggi non la devono passare liscia. Hanno ferito una città, ma non siamo morti. Sarebbe bastata un po’ più di attenzione da parte di tutti. Si sapeva che Lucchesi veniva da sei fallimenti, Tuttolomondo, poi, ha fatto solo chiacchiere. Avevamo tantissima fiducia in Foschi, appena lo hanno messo fuori a fine campionato abbiamo capito che qualcosa non andava. Nutrivamo qualche speranza nel presidente Albanese, essendo palermitano, ma evidentemente ci siamo sbagliati. Per il resto, il gruppo non si è mai fidato di questi individui e abbiamo visto cosa hanno combinato".
Infine, Mazzotta si è soffermato sulle impressioni che aveva avuto lo spogliatoio: "Finché c’è stato Rino Foschi eravamo tutti tranquilli, anche se non avevamo molta fiducia in Tuttolomondo e Lucchesi, visto che proprio lui era reduce da diversi fallimenti in altre società. Francamente non ci aspettavamo tutto questo, soprattutto dopo la battaglia giudiziaria che dalla condanna in Serie C ci aveva riportato in B. Sembrava che tutto si fosse messo a posto. Aspettavamo l’iscrizione al campionato, però, per fugare definitivamente i dubbi che c’erano in squadra e purtroppo non sbagliavamo ad averne. Fa male. Dopo avere avuto una serie di stop per un problema al polpaccio, volevo chiudere centrando la A. Ho perso 10 anni di vita. Mi ero anche sentito con Marino, anche lui ci è rimasto malissimo, peccato perché aveva una grande voglia di fare bene, da siciliano. Aveva idee chiare ed era motivatissimo".
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