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Mauri: “Segnare è bello, ho chiesto io di tirare il rigore. Vi spiego la corsa verso Santana”

Le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Palermo: "Io ci sono, Pergolizzi sa quello che posso dare"

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Tre a uno. E' questo il risultato finale maturato domenica pomeriggio fra le mura amiche dello Stadio "Renzo Barbera".

Una vittoria, quella conquistata dal Palermo di Rosario Pergolizzi contro il Marsala in occasione della sfida valida per la diciottesima giornata del campionato di Serie D - Girone I, centrata grazie alle reti messe a segno nel primo tempo da Juan Mauri (dal dischetto) e nella ripresa da Christian Langella e dal neo-acquisto Andrea Silipo.

Il primo gol da quando gioca in Italia per il centrocampista argentino, che di fatto ha sfatato il tabù rigore dopo i precedenti errori di Giovanni Ricciardo e Ferdinando Sforzini. "Segnare è sempre bello, non mi riusciva da tempo, non ricordo nemmeno da quando. E' più speciale perché c'era la mia famiglia allo stadio, il gol lo dedico a loro facendo il segno della C, mia moglie si chiama Camilla e i miei figli Caetano e Cris. Mi piacerebbe farlo più spesso, non segno mai... (ride, ndr)", ha dichiarato Mauri ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', edizione Sicilia.

SANTANA - "La corsa verso Santana in panchina? Non sono abituato a segnare, non sapevo che fare. L'ho visto in panchina e sono corso da lui. Mario per la sua storia, per il suo carisma, è un riferimento e da argentino come lui abbiamo un legame particolare. Cosa vuol dire per noi che viene in panchina nonostante le stampelle? Tanto, ci sta vicino, s'arrabbia, ci sprona. Lui è fatto così, a 38 anni ha ancora voglia di giocare, so cosa pensa, perché in ritiro siamo in camera insieme, so cosa avrebbe voluto fare con questa maglia. L'ho abbracciato perché sono uno che soffre da fuori come lui e so come si sente. Io, a differenza sua, posso giocarmi un posto in squadra".

IL RIGORE -"Prima della partita Pergolizzi mi ha chiesto se me la fossi sentita di calciare e di parlare con Ricciardo. Quando l'arbitro ha fischiato sono andato da lui e mi ha detto: 'Tiralo tu'. Avrebbe voluto tirarlo Felici, ma una volta ce gioco ho detto almeno faccio un gol... Io ci sono, Pergolizzi sa quello che posso dare. Il rigore l'ho voluto tirare anche per ritrovare fiducia in me stesso, visto che in sei mesi avevo fatto soltanto una partita", ha proseguito il numero 26 rosanero.