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Maradona, il ricordo di Mancini: “Diego non si può raccontare, si doveva vivere. Il Napoli, la 10 e la sua morte”

Roberto Mancini ricorda Diego Armando Maradona

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"Raccontare Maradona? A parole sarebbe impossibile. Maradona non si può raccontare, si doveva vivere".

Lo ha detto Roberto Mancini. Mercoledì pomeriggio, ElPibe de Oro è deceduto nella sua casa di Tigre, quartiere di Buenos Aires, in Argentina, dove stava trascorrendo il periodo di convalescenza dopo l'intervento chirurgico alla testa subito qualche settimana fa. Inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico e delle ambulanze giunte nella sua abitazione. Oggi dopo lo shock e il dolore, il commissario tecnico della Nazionale italiana, intervenuto ai microfoni de 'Il Mattino', ha voluto ricordare e omaggiare il Diez.

MORTE MARADONA -"Quando è arrivata la notizia, stavo entrando allo stadio per vedere Bologna-Spezia. Non ci potevo credere, speravo fosse una fake news. Ho avuto la fortuna di giocarci contro per tanti anni. E, ad oggi, posso dire che si tratta della più grande che potessi avere. E parlo non solo per me, ma so di poter parlare anche per tutti quelli che hanno condiviso quegli anni indimenticabili in campo e fuori. Perché anche la gente sullo stadio era giustamente pazza di lui".

NUMERO 10 E L'ARRIVO AL NAPOLI - "Indossare quella maglia in quel periodo, quando giocava lui, era una cosa speciale perché per tutti noi che avevamo un po’ di quelle sue caratteristiche tattiche e tecniche, Diego rappresentava un punto di riferimento importante. Ricordo benissimo il giorno dell’annuncio. Ci sembrava fosse impossibile. Io giocavo nella Sampdoria e con tutti i compagni di squadra accogliemmo la notizia con grande esaltazione. Il suo arrivo rappresentava un sintomo positivo per tutto il campionato".

MARCARE MARADONA - "La stima per uno come lui era naturale. Innanzitutto perché tutti ne avevano un grande timore reverenziale. Ma dico sempre che la sfortuna dei grandi giocatori di quell’epoca è che non c’erano le regole di oggi. Altrimenti uno come Maradona avrebbe fatto almeno 1000 gol. Non c’era il Var, gli arbitri non tutelavano i giocatori. I più tecnici come noi venivano massacrati puntualmente".