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Maradona, il medico personale si difende: “Mi ha cacciato di casa un sacco di volte, poi mi richiamava. Fatto di tutto per Diego”

Le parole del medico personale di Diego Armando Maradona dopo le accuse di negligenza medica

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Mentre il mondo del calcio - e non solo - piange la scomparsa di Diego Armando Maradona, nuove ombre vengono gettate sulla morte della leggenda argentina. Proprio nelle scorse ore, infatti, è emersa dai media locali la notizia di un'indagine avviata per omicidio colposo. In particolare, la sensazione, in Argentina, è che non sia stato fatto tutto il possibile per salvare il leggendario numero 10. Una situazione che ha spinto il medico personale del Pibe de Oro, Leopoldo Luque, attualmente l'indagato principale, a fare chiarezza circa la sua posizione respingendo le accuse di negligenza medica.

“So molto male perché il mio amico è morto. L’indagine? Abbiamo dato loro tutte le informazioni che volevano, tutto ciò di cui avevano bisogno. Con Diego è stato molto difficile. Mi ha cacciato di casa un sacco di volte. Mi ha cacciato e poi mi ha richiamato. Quello era il rapporto con Diego, quello di un padre con un figlio. Ho dato suggerimenti e lui ha accettato o meno. Non ho mai lasciato Diego da solo, tutti gli altri lo hanno fatto. Sapevo aveva bisogno di aiuto, e quando me l’ha chiesto sono tornato da lui. Gli dissi ‘Diego, se vuoi che vada via, per prima cosa devi alzarti dal letto, e poi devi aggrapparti a me’. La sua morte non ha niente a che vedere con l’operazione, non ho niente da nascondere. Non c’è stato alcun errore medico, si è fatto quello che si poteva fare per salvarlo. Non c’è un colpevole. Ho amato Diego, ho fatto il meglio che potevo per lui. Sabato non voleva più nessuno, non voleva ricevere neanche le figlie. Alla fine l’ho visto triste e depresso, come se avesse rinunciato a lottare".