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Manchester United, Bruno Fernandes: “Di Natale maestro, CR7 idolo. Ilicic? Mi piace da Palermo. Vi dico la mia su Dybala”

Il centrocampista del Manchester United ha raccontato della sua esperienza in Italia con la maglia dell'Udinese

Mediagol52

Un talento finalmente espresso.

La carriera di Bruno Fernandes è iniziata nella primavera del Novara, squadra con cui ha esordito anche tra i professionisti: dopo una bella annata in maglia azzurra, il centrocampista portoghese ha attirato l'attenzione dell'Udinese, con cui ha giocato per tre stagioni prima di trasferirsi alla Sampdoria. Fin dalle prime apparizioni il fantasista classe '94 ha subito dimostrato di avere le carte in regola per compiere il definitivo salto di qualità, ma in Serie A non è riuscito a trovare la giusta continuità per convincere le big del campionato a scommettere su di lui.

Per tale motivo Bruno Fernandes ha deciso di trovare fortuna all'estero, precisamente allo Sporting Lisbona, dove è riuscito finalmente ad esprimere tutto il suo potenziale: in tre stagioni trascorse nella sua madrepatria, il fantasista portoghese ha realizzato 39 gol e servito più di 30 assist ai suoi compagni di squadra, diventando di diritto uno dei centrocampisti migliori del panorama calcistico europeo. Tre annate pazzesche con cui il giocatore si è guadagnato la chiamata del Manchester United, che ha sborsato una cifra complessiva di quasi 80 milioni di euro per portarlo in Inghilterra.

Approfittando dell'assenza di Paul Pogba, Bruno Fernandes ha subito preso in mano i Red Devils, dimostrandosi determinante tutte le volte in cui è sceso in campo sia da titolare sia a partita in corso e riuscendo a conquistare il titolo di miglior giocatore della Premier League nel mese di febbraio.

Intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, il centrocampista del Manchester United ha parlato così delle sue ex squadre: "Ho avuto la fortuna di lavorare con Antonio Di Natale che fino ad oggi, assieme a Quagliarella, sono quelli che mi hanno impressionato di più nel calciare in porta. Mi ha aiutato tanto anche nel capire come muovermi in relazione agli avversari. Con lui è diventato tutto più facile. A Udine ho vissuto tre anni complicati sul piano dei risultati anche se il primo anno avevamo una squadra veramente forte. Abbiamo avuto tanti infortuni importanti. Poi l’addio di Guidolin la squadra ha avuto difficoltà nell’adattarsi. Nel suo primo anno ho fatto le mie cose migliori, poi con Stramaccioni e l’arrivo di altri giocatori ho trovato meno spazio. Sampdoria? Ho avuto un po’ di sfortuna anche per l’essere arrivato tardi dopo le Olimpiadi. Giampaolo poi è molto particolare e vuole che i giocatori siano collegati con lui al 100% prima di metterli in campo. Nelle sue idee di gioco il trequartista svaria molto meno. La libertà l’ho trovata allo Sporting. E’ una delle grandi del Portogallo e la facilità con la quale si va in gol è più alta. C’è un divario molto più evidente fra il livello delle tre grandi e le altre. Li avevo la possibilità di svariare molto, segnando 16 gol e 20 assist nel primo anno. Ho acquisito tanta fiducia e questo ti porta a rischiare di più la giocata. Trequartisti in Italia? Dybala che rischia tanto e gioca bene. Poi c’è Ilicic che mi piace tanto dai tempi di Palermo e anche lui è cresciuto in fiducia grazie all’ambiente che ha trovato a Bergamo. Calci di punizione? E’ una cosa per la quale mi sono allenato tanto a Udine con Di Natale. Lui si allenava con due paletti in terra: uno davanti al pallone e uno dove avrebbe dovuto essere il piede d’appoggio al momento del calcio".

Sul rapporto con CR7, suo connazionale: "Fin dal primo giorno in Nazionale si è sempre comportato benissimo. E’ un idolo, un esempio da seguire. Il primo giorno in ritiro è venuto da me e mi ha fatto i complimenti per quello che stavo facendo con lo Sporting è stata una cosa che può sembrare piccola, ma che per me è stata importantissima".