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Lutto nel giornalismo: si è spento Gianni Mura, storica firma di Repubblica. Il cordoglio dello sport

Gianni Mura, storica penna de 'La Repubblica', si è spento all'età di 74 anni all'ospedale di Senigallia: calcio e ciclismo le sue passioni

Mediagol3

Lutto nel mondo del giornalismo.

Si è spento Gianni Mura, storica penna de 'La Repubblica'. Ad annunciarlo, attraverso il proprio sito, è stato il noto quotidiano generalista. Mura, 74 anni compiuti lo scorso ottobre, è deceduto presso l'ospedale di Senigallia, dov'era ricoverato da lunedì a seguito di un malore, un attacco cardiaco improvviso. Lascia la moglie Paola.

Nato a Milano nel 1945, tra le sue passioni vi erano certamente la cucina, il calcio ed il ciclismo. Mura, infatti, è stato tra i più grandi raccontatori del Tour de France. Nel corso della sua lunga carriera professionale - oltre a scrivere il romanzo "Giallo su giallo", vincitore del Premio Grinzane nel 2007 - ha lavorato per 'La Gazzetta dello Sport', salvo iniziare a scrivere proprio per 'La Repubblica' nel 1976.

A nome dello sport italiano, sono già arrivate alla famiglia e alla redazione di 'Repubblica' le condoglianze del presidente del CONI, Giovanni Malagò. Ma non solo. "Mura è stato un punto di riferimento per chi ama vivere e leggere di sport. Un piacere per la lettura, mai banale. Ma ha rappresentato soprattutto una coscienza critica da cui trarre importanti spunti di riflessione", ha detto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Poi, il ricordo della Lega Serie A, a nome di tutte le società. "Era un professionista sempre in grado di fornire un punto di vista attento e competente alle vicende del nostro mondo".

Infine, il messaggio di cordoglio da parte dell'Inter. "Aveva uno stile unico, accompagnava i lettori con i suoi articoli, le sue interviste e le sue rubriche cariche di spunti, arguzia e poesia. Una delle espressioni più grandi e migliori del giornalismo sportivo italiano. Non solo sport, ha portato il suo contributo e le sue parole anche su riviste di associazioni umanitarie, lasciando sempre un segno profondo".