serie b

Livorno, il duro sfogo di Morganella: “Sono stato umiliato e costretto a spogliarmi davanti a tutti per una svastica”

BAD KLEINKIRCHHEIM, AUSTRIA - JULY 17:  Michel Morganella of Palermo during the Pre-Season Training Camp on July 17, 2017 in Bad Kleinkirchheim, Austria.  (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

"Nell'ambiente però circolavano messaggi vocali su di me, storie false sulla mia vita. Qualcuno non mi ha portato rispetto"

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"Stagione negativa sotto ogni punto di vista. Livorno è una piazza importantissima, ma mi aspettavo molto di più a livello societario".

Inizia così la lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Tirreno da Michel Morganella, terzino svizzero classe 1989 che ha risolto il contratto che lo legava al Livorno fino al termine della stagione. L'ex Palermo non ha sicuramente brillato con la maglia amaranto, ma in generale la stagione della squadra toscana è stato un flop: "Quest' anno si sono accumulati tanti piccoli problemi, io mi sono sentito preso in giro dalla società, mi hanno fatto passare sempre da colpevole. E invece i problemi erano altri. Forse a qualche dirigente non piacevo per i tatuaggi e la barba...".

Per Morganella solo 11 presenze, 9 delle quali da titolare, per un totale di 724 minuti con la maglia del Livorno: "Cosa è andato storto? Tutto. Ci sono stagioni che vanno bene e altre in cui le cose non girano. Pensate che io a Palermo, qualche anno fa, sono retrocesso in B con compagni di squadra come Ilicic, Miccoli e Kurtic. Dipende tutto dalla società alle spalle e da come si muove durante l'anno".

"Ho sempre pensato a Livorno come una piazza di primo piano in Italia, e sinceramente lo penso ancora, ma la società non è più all'altezza. Con i campi abbiamo avuto problemi per tutto l'anno: una squadra di serie B costretta a venir via dal Coni per un po' di pioggia e ad allenarsi nei campettini... Scene mai viste. Ho cercato di dare il massimo, è stata una stagione negativa per tutti. Nessuno si salva, forse solo Marras che ha dimostrato qualità in un contesto molto difficile".

Tra Morganella e il Livorno non è mai sbocciato l'amore, a tal punto che il calciatore svizzero si è anche sentito mancare di rispetto: "Un insulto o un coro in una stagione del genere fa parte del gioco: va accettato, in un certo senso è giusto. Lo ripeto, a qualche dirigente non piacevo. A chi? Niente nomi. Nell'ambiente però circolavano messaggi vocali su di me, storie false sulla mia vita. Qualcuno non mi ha portato rispetto. E ricordo anche un brutto episodio in ritiro".

Proprio sull'episodio avvenuto in ritiro lo svizzero ha raccontato: "Il terzo giorno un dirigente si avvicina e mi chiede. 'È vero che hai il tatuaggio di una svastica sulla schiena?'. Che affronto... Dovetti togliermi la maglietta davanti a tutti per dimostrare che erano cavolate".

Infine Morganella si è soffermato su quanto avvenuto a gennaio e sulla trattativa tra Spinelli e l'imprenditore olandese Yousif per la cessione del club: "Intanto voglio chiarire che non ero fuori rosa, il problema è che in quel periodo la società non ha voluto comunicare il mio infortunio. E non è stato piacevole. Mi auguro solo che Aldo Spinelli venda a una persona seria, il Livorno merita di stare in serie A o B", ha concluso l'ex Palermo.