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Lazio, Parolo: “Scudetto? Ha generato entusiasmo, ma senza tifosi sarà complicato”

ROME, ROMA - JANUARY 24:  Marco Parolo of SS Lazio during a training session on January 24, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

Il centrocampista biancoceleste, Marco Parolo, fa il punto sulla ripresa dei campionati e sull'emergenza coronavirus

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Marco Parolo fa il punto sull'emergenza Coronavirus.

Restano fermi i campionati, in attesa di conoscere il proprio futuro. A raccontare il suo periodo di quarantena ai microfoni di "Lazio Style Radio" è il centrocampista Marco Parolo, espressosi su svariati temi caldi relativi alla Serie A e al possibile ritorno in campo delle squadre.

“Mi alleno e curo il giardino. Oggi ho tagliato l’erba, mi rilassa, mi diverte, da piccolo lo facevo spesso. Ora c’è tempo, mi passano due ore e più. In famiglia abbiamo fatto tante cose: dalla caccia al tesoro con i compiti, al vecchio gioco ‘della campana’. Con mio figlio Dante ho perso tanto tempo per la vita da calciatore, adesso passo le giornate con lui. Vogliamo ripartire tutti".

Parolo si è poi espresso sullo spinoso tema inerente alla ripresa dei campionati: “La mia sensazione è che nel gruppo c’è tanta voglia di ripartire. Tutti si stanno allenando al massimo. Il vero problema sarà giocare senza pubblico. Si era creata una sinergia incredibile, posso dire che era già 1-0 per noi con i tifosi. Si respirava una carica incredibile dallo stadio, anche in trasferta. Il popolo laziale sa dare calore meglio di tutti.Non ci saranno queste emozioni forti. Sarà un problema per noi. Ma dobbiamo compensare con la voglia di arrivare all’obiettivo. Vedremo come sarà, lo capiremo dagli sguardi quando ci incontreremo. Stesso discorso di quando sei in ritiro. Ad Auronzo sapevo che quest’anno sarebbe stata una grande stagione. Anche prima della sosta c’era questa sinergia importante tra tutti noi. Lo scudetto? Ha generato un mare di entusiasmo trascinante. Quando si lotta per un obiettivo concreto come la vittoria di una Coppa o di un campionato, si ha dentro quel qualcosa in più rispetto a quando si gioca per il conseguimento di un obiettivo, anche se prestigioso come la qualificazione in Champions League. Il sogno scudetto deve fare da sprono per avere questa energia che ci ha accompagnati fin qui".

Inevitabile la parentesi relativa alla brillante stagione della Lazio prima dello stop forzato dei campionati: “Due step in avanti sono stati fatti rispetto agli altri anni: la costruzione da dietro e la fase di non possesso. Si migliora di anno in anno, è la bellezza di avere lo stesso gruppo. E poi c’è la bravura dello staff tecnico, che ci fanno capire e amare lo sforzo. Gli attaccanti fanno un grande lavoro dietro. Quest’anno lo abbiamo dimostrato: non mollare su ogni pallone, immolarsi su qualche tiro. Dare tutto come faceva la Juve nei scorsi anni. Tutti sono a disposizione di tutti. Inzaghi ha avuto la capacità di prendere tutte le cose positive e unirle. I risultati parlano chiaro, vuol dire che il lavoro è stato fatto in maniera egregia. Ma possiamo ancora migliorare. E' una stagione diversa dalle altre, non sono più un titolare. Nella mia testa ho formattato il cervello e capito che ad una certa età puoi essere indispensabile per altre cose. Non riuscivo a fare quadro tra partite e allenamenti, mi mancava la continuità. Ma nel tempo ho trovato la mia dimensione. Ho voglia di allenarmi, di mettere in difficoltà il tecnico nelle scelte, insomma fare il più possibile per mettermi a disposizione. Sono soddifatto per come mi sono adattato nella mia nuova carriera. Amo la maglia, la squadra, l'ambiente. Mi sono messo a disposizione subito. Cataldi il dopo Leiva? Già lo è. Ci sta dando tanto, ha caratteristiche diverse rispetto a Lucas, ma è cresciuto tanto. Sta ottenendo molto, lo merita, e sarà importante per il futuro della Lazio".