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Lazio, Lotito: “Io presidente-tifoso, tramanderò la società. Qui fatte cose irripetibili”

Il patron biancoceleste Claudio Lotito, alla vigilia dei 120 anni della Lazio, ha ripercorso i momenti successivi alla sua acquisizione delle quote della società

Mediagol22

La Lazio festeggerà domani 120 anni di storia.

A mezzanotte i biancocelesti brinderanno a Castel Sant’Angelo, dopo una cena tra squadra e società. Un’occasione per celebrare anche l’entusiasmante 2019 appena terminato, che ha regalato grandi gioie alla compagine di Simone Inzaghi, come la vittoria in Supercoppa italiana contro la Juventus e l’attuale terzo posto nella classifica di Serie A.

Il patron biancoceleste Claudio Lotito, intervenuto ai microfoni di Sky Sport, ha ripercorso il momento in cui ha assunto le redini del club capitolino, nel 2004: “Ho fatto cose che ad oggi non sarei in grado di ripetere. Dissi di aver preso una squadra al funerale e di averla portata in una condizione di coma irreversibile e che puntavo a far diventare reversibile. Questa società non ha mai avuto un proprietario, in alcuni casi c’era pure il problema delle trasferte. In passato qualche tifoso ha interpretato male questo ruolo, sentendosi in diritto di decidere cose della società. Il motivo? Perché prima sono stati in qualche modo coinvolti”.

L’imprenditore, inoltre, ha rivolto un messaggio d’amore alla Lazio stessa, guardando anche al futuro: “Amo dire che sono un presidente-tifoso e non un tifoso-presidente. Ho sempre cercato di mantenere in piedi un sistema che avesse la responsabilità della conduzione. Gestisco anche negli interessi degli altri, non sono una cicala che oggi esiste e domani no. Questa società la devo tramandare, spero che un domani sia mio figlio a proseguire questo percorso. Io devo fare in modo che tutti coloro che si identificano con questi colori abbiano la certezza di un futuro”.