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Lanzafame-Mediagol: “Felice all’Honved, ma ho fatto degli errori. Giocare per l’Ungheria? Rispondo così. Il Palermo…”

L'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it dall'ex Palermo e Juventus, Davide Lanzafame, oggi in forza all'Honved

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Un passato calcisticamente illustre in qualità di punta di diamante del settore giovanile della Juventus.

Tra la fine degli anni novanta, ed l'inizio del terzo millennio, talent scout ed addetti ai lavori preconizzavano a Davide Lanzafame un futuro radioso ed una carriera da predestinato. Nonostante un talento marcato e cristallino, la parabola professionale del classe 1987 non è stata pari alle aspettative. Qualche infortunio di troppo, unitamente ad alcune bizze di natura comportamentale, hanno complicato non poco il percorso del gioiello ex Bari, Palermo e Grosseto. Una svolta inattesa circa quattro anni fa: Lanzafame sposa la causa dell'Honved e diventa col trascorrere del tempo uno dei calciatori più performanti del campionato ungherese. Nel 2008-2009 una fugace esperienza anche in maglia rosanero, senza lasciare particolare traccia: Il trentatreenne si racconta nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.  

"Come mi trovo in Ungheria? Mi trovo  molto bene qui in Ungheria, dopo un paio di anni sono come di casa. Si tratta di una realtà che sta crescendo molto e sono contento di farne parte e adesso alla mia età, 33 anni, non dico che smetto ma cercherò quantomeno di divertirmi per gli ultimi anni. Nazionale ungherese? Era nata questa notizia dai giornali locali, è un processo molto particolare: devi stare 5 anni in questa nazione, giocarci e poi fare richiesta. Io però ho giocato in Under21 italiana è un discorso un po' complesso. Ma penso che poi sia tramontata questa cosa perché, com'è giusto che sia a mio avviso, gli ungheresi non sono molto d'accordo con questa opzione. Qualora ci fosse stata la possibilità dire di no sarebbe stato molto difficile. Penso che sia un processo un po' lungo ma poi l'età va avanti. Appartengo all'Italia e la nazionale è una cosa importante. Preferisco mantenermi italiano a tutti gli effetti. Tornare in Italia? Sono innamorato dell'Italia ma non ci ho mai pensato, perché al momento ho spostato questa  situazione e qualora ci fosse un prosieguo della mia carriera lo vorrei fare sempre all'estero. Ormai anche dal punto di vista della lingua le mie bambine studiano inglese. Abbiamo iniziato un percorso io e mia moglie e vorremmo portarlo a termine. Reputo Budapest la mia seconda casa, sto bene e probabilmente mi fermo qui a vivere. Adesso non ci penso. Sempre nella vita però mai dire mai. Ci si attendeva di più in Italia da un calciatore come te in Italia? Sì, l'ho sempre detto, per dei miei limiti e degli errori fatti le cose non sono andate nel migliore dei modi. Però, in Italia, mi sono tolto delle soddisfazioni vincendo dei campionati e giocando 350 partite tra i professionisti. Vorrei provare a vincere di nuovo con l'Honved negli ultimi anni della mia carriera per poi iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Ti aspettavi di trovare più spazio al Palermo ? La mia esperienza a Palermo è stata sfortunatissima. Sono arrivato con Colantuono e giocavamo con un 4-3-3. Ho fatto un buonissimo ritiro e dopo la prima giornata di campionato Colantuono saltò e arrivò Ballardini con un nuovo modulo e giocammo con il trequartista Simplicio con davanti due mostri come Cavani e Miccoli. Poi a Gennaio la voglia di giocare era tanta e ho voluto cambiare però ho un ricordo bellissimo (del Palermo). E' chiaro che mi sarebbe piaciuto essere protagonista in una piazza come Palermo. Nella mia carriera non ho avuto molta pazienza per cui dove giocavo di meno ho sempre voluto andare via per giocare da altre parti: è stato l'istinto giovanile che tutt'oggi continuo a mantenere. Poi la cosa più bella di un calciatore è stare in campo quindi sono stato sempre allergico alla panchina e continuerò ad esserlo fino all'ultimo giorno".