Pilastro rosanero.
serie d
Lancini: “In estate fui vicino al Catania, ma Palermo si accetta a prescindere dalla categoria. Sagramola aveva ragione…”
"Mi ha cercato Pietro Lo Monaco. Ma aspettavo ancora un'offerta dalla serie B e in particolare dall'Entella di Boscaglia. Poi il 10 agosto mi ha chiamato Castagnini, che avevo già avuto a Brescia, e mi sono tuffato in questa esperienza"
Edoardo Lancini è una delle pedine fondamentali del Palermo di Pergolizzi. Il difensore centrale ex Brescia, fin qui 18 presenze, è ripartito dalla D con l'intenzione di tornare il più presto possibile tra i professionisti. Nel capoluogo siciliano c'è però già stato un altro Lancini, Carlo, centrocampista con 154 presenze e 10 gol con la casacca rosanero fra serie A e B dal 1966 al 1972: "So che ha giocato nel Palermo - dice Lancini - ma non lo conosco, non c'è alcun legame di parentela, però mi sono incuriosito e ho guardato su internet per capire cosa avesse fatto in rosanero e chi fosse. Ho visto che abita in un pesino a dieci chilometri da casa mia, ma non ci siamo mai visti".
Intervistato da La Repubblica il difensore classe 1994 ha rivelato che in passato è stato vicino al Catania: "Mi ha cercato Pietro Lo Monaco. Ma aspettavo ancora un'offerta dalla serie B e in particolare dall'Entella di Boscaglia. Poi il 10 agosto mi ha chiamato Castagnini, che avevo già avuto a Brescia, e mi sono tuffato in questa esperienza. Non è stato facile perché ci sono tutte le due categorie di differenza rispetto alla B, ma una piazza come Palermo si prende in considerazione a prescindere dalla categoria. Aveva ragione Sagramola quando mi disse che a Palermo mi sarei sentito un calciatore vero".
Se Lancini avesse accettato la corte degli etnei adesso sarebbe in mezzo alla tempesta societaria che sta attraversando il club rossazzurro: "Dispiace sempre quando ci sono squadre che rischiano il fallimento. Ci sono persone che rischiano di restare a spasso. Jacopo Dall'Oglio, che giocava con me a Brescia, era stato acquistato dal Catania e si è ritrovato in una situazione difficile. Ora è stato ceduto al Livorno, ma non ha passato momenti facili. Spero che qualcuno faccia qualcosa, sarebbe bello l'anno prossimo fare un derby con il Catania".
Con il Brescia Lancini aveva conquistato la A, poi lo svincolo e la chiamata del Palermo: "È stato brutto, ma ho capito non si deve mollare mai. Ci sono tanti giocatori che non lo meritano e sono a casa senza contratto. Oppure giocano in categorie inferiori rispetto a quello che meritano. Bisogna essere costanti nel lavoro e anche fortunati: devi trovarti nel posto giusto al momento giusto. Se fai tutto quello che devi, però, alla fine arrivi dove meriti. A Brescia forse oggi giocherei in A, Corini mi ha sempre detto che potevo fare parte del progetto. È stato lui a suggerirmi di staccarmi da Brescia perché mi avrebbe fatto bene. Giocare a casa propria non è mai facile, ci sono pregiudizi, sei il primo capro espiatorio per tutte le colpe e magari non ne hai così tante. Volevo uscire da questo sistema viziato. I fischi li accetto. Il problema è avere pregiudizi e mi sentivo bloccato. Volevo ripartire da zero e puntare tutto sulla mia credibilità".
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