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Italia, Gravina sicuro: “No alla Superlega, in Serie A serve qualità. Mancini? Con lui anche oltre il Mondiale”

Italia, Gravina sicuro: “No alla Superlega, in Serie A serve qualità. Mancini? Con lui anche oltre il Mondiale”

Le parole del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, sul futuro della Nazionale e del ct Roberto Mancini

Mediagol93

Parola a Gabriele Gravina.

Dall'ipotesi Superlega, ai prossimi impegni della Nazionale, al futuro di Roberto Mancini. Sono diversi i temi trattati dal presidente della FIGC Gabriele Gravina che, a pochi giorni dalla sfida elettorale che lo vedrà a confronto con Stefano Sibilia, ha rilasciato una lunga interventista ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport".

"La Nazionale ha riconquistato l'entusiasmo perduto, grazie a Mancini, ma anche a tutto il Club Italia, sempre più vicino all'idea organizzativa di un club. Con Roberto abbiamo un bellissimo rapporto, ci confrontiamo spesso, lo faremo anche in tempi brevi. È un elemento fondamentale - dice in un'intervista a La Gazzetta dello Sport - ha un contratto fino al 31 dicembre 2022. E' ovvio che se dovesse avere una proposta da fuori ci confronteremmo, e certo la Federazione non potrà mai essere concorrenziale con un club. Piano B per il dopo Europeo? Assolutamente no. Roberto ci porterà al Mondiale e stiamo lavorando perché rimanga anche dopo. Conoscendo Mancini, mi sorprenderebbe vederlo interrompere questa storia". 

Su una possibile riapertura al pubblico degli stadi: "Il confronto che abbiamo avuto recentemente con il Cts è stato molto positivo. Stiamo lavorando sull'ipotesi di avere all'Olimpico, per gli Europei, una buona percentuale di pubblico. Abbiamo apprezzato la loro disponibilità e soprattutto la loro consapevolezza del valore del calcio nel nostro Paese".

Tema mandato e riconferma: "Ottocento giorni fa sembrava un libro dei sogni, oggi e' un libro dei fatti. Peraltro in un contesto drammatico com'è quello della pandemia, dove siamo riusciti a ripartire e abbiamo messo in gioco oltre 40 milioni di euro per aiutare le realtà piu' fragili del nostro sistema. Venti o 18 squadre in serie A? Penso a una riforma da un punto di vista qualitativo, non quantitativo. Che riguardi tutto il sistema. Bisogna ritracciare il profilo dell'area professionistica e di quella dilettantistica. Così si surriscalda troppo il sistema. Sono assolutamente contrario. Il radicamento e la territorialità del nostro mondo devono essere salvaguardati".

Chiosa finale sulla Super Champions. "Deve essere un fattore di sviluppo per tutti e allontana definitivamente lo spettro della Superlega. La Uefa non ha alcuna intenzione di mortificare le competizioni nazionali, si troverà una soluzione per la crescita del calcio italiano ed europeo".