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Iniesta racconta la sua depressione: “Era tutto buio. Guardiola mi ha aiutato, vi racconto cosa mi diceva”

KOBE, JAPAN - JULY 22:  (EDITORIAL USE ONLY) Andres Iniesta of Vissel Kobe in action during the J.League J1 match between Vissel Kobe and Shonan Bellmare at Noevir Stadium Kobe on July 22, 2018 in Kobe, Hyogo, Japan.  (Photo by Buddhika Weerasinghe/Getty Images)

L'ex centrocampista del Barcellona ha raccontato la sua durissima battaglia contro la depressione

Mediagol52

La durissima battaglia di Andrés Iniesta.

Nel 2009 il centrocampista spagnolo ha vissuto uno dei migliori anni della sua carriera: già da tempo uno dei migliori di sempre nel suo ruolo, Iniesta ha giocato una stagione pazzesca guidando il Barcellona verso la conquista della Champions League, la seconda della sua carriera. Se nella vita calcistica dell'Illusionista tutto girava nel verso giusto, lo stesso non poteva purtroppo dirsi per quanto concerneva la sua vita privata.

Durante un'intervista ai microfoni di Rakuten Tv, Iniesta ha infatti raccontato come in quel periodo abbia sofferto di depressione, non riuscendo a metabolizzare la morte del suo grande amico Dani Jarque, difensore dell'Espanyol. Queste le sue parole: "Passarono i giorni e io mi resi conto che la mia situazione non stava migliorando, non mi sentivo bene e non ero me stesso. Era tutto buio, ho visto tutto nero. Quando ho saputo del mio amico è stato come ricevere un pugno, un colpo molto forte che mi ha messo fuori combattimento e mi ha fatto cadere molto in basso. Non stavo bene per niente. Guardiola mi ha aiutato molto. Ricordo che mi diceva sempre che è più importante l'Andres uomo rispetto al giocatore".

Anche il padre di Don Andrés, Josè Antonio, ha raccontato come ha vissuto la battaglia di suo figlio contro il mostro della depressione, svelando che voleva consigliare al giocatore di terminare la sua carriera da professionista: "Quando tuo figlio di 25 anni viene a trovarti a mezzanotte e ti dice che vuole dormire con i suoi genitori, significa che qualcosa non va. Mi disse di non stare bene, gli chiesi cosa non andasse e lui mi rispose 'non lo so, non mi sento bene'. Ad un certo punto, mi sono persino detto che sarebbe stato meglio se avesse smesso di giocare a calcio".