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Il magistrato che disse “no” al fallimento del Palermo di Zamparini: “Giuseppe Sidoti non fu corrotto”

(Photo by Nigel Treblin/Getty Images)

“In nessun modo è possibile far discendere l’esistenza di un patto corruttivo”

Mediagol92

Vecchio Palermo.

Il giudice Giuseppe Sidoti non fu corrotto. Chiara e lampante la motivazione della Cassazione in merito al coinvolgimento del giudice nella vicenda relativa all'istanza di fallimento del Palermo Calcio. “Una forzatura interpretativa di evidenza assoluta”, si legge su LiveSicilia.it. “In nessun modo è possibile far discendere l’esistenza di un patto corruttivo”.

A far partire l'inchiesta fu l'intercettazione captata nel corso delle indagini su Maurizio Zamparini. In una conversazione il legale dell'imprenditore friulano spiegava di aver parlato con Sidoti. Tale dialogo fu immediatamente passato alla procura di Caltanissetta che aprì un'indagine sulle presunte rassicurazioni date dal giudice sull'esito positivo del procedimento.

Sidoti non doveva esser intercettato visto che “ben potendosi inquadrare il fatto in seno ad altra ipotesi di reato (l'abuso di ufficio) che non legittima il ricorso allo strumento captativo”. Tra l'altro i legali del giudice nella loro tesi difensiva avevano anche sottolineato che “non è irrituale, anzi fa parte delle prerogative del giudice, fornire indicazioni per evitare il fallimento”.

Dopo i primi due gradi di giudizio sia la difesa che la Procura hanno fatto ricorso in Cassazione e lo scorso aprile sono state annullate senza rinvio l'ordinanza di custodia cautelare e quella del Riesame. Annullamento arrivato che per l'ex presidente della società rosanero, Giovanni Giammarva.

Dopo che venne rigettata l'istanza di fallimento del Palermo Calcio, Sidoti avrebbe ricevuto, secondo la tesi dell'accusa, dei "favori" da parte di Giammarva, tra cui: un incarico da mille euro mensili nel comitato etico della società rosanero per una donna, la promessa di un lavoro per il fratello di lei, un pass per parcheggiare l'auto nel piazzale a lato stadio Barbera ed accedere alla sala vip, ed addirittura l'ingresso all'aula bunker per una classe di studenti in occasione della celebrazione del 23 maggio 2018 per ricordare Giovanni Falcone e gli agenti di scorta.

In conclusione, la circostanza che Giammarva abbia potuto o voluto compiacere Sidoti non postula affatto, allo stato, in assenza di elementi ulteriori in atti, il patto illecito che è alla base dell'ipotizzata fattispecie incriminatrice, che deve essere connettersi causalmente all'azione del Pubblico ufficiale”, si legge sulle motivazioni.

Ma ormai è tutta acqua passata, adesso c'è il nuovo Palermo di Mirri e Di Piazza. I colori rosanero sono ripartiti dal gradino più basso, dalla Serie D, con un nuovo entusiasmo. Tutto il resto è destinato a restare solamente un vecchio ricordo.