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Giovanni Tedesco-Mediagol: “L’emergenza Coronavirus vissuta qui a Malta. Ansia e paura, ora il calcio è l’ultimo dei pensieri”

L'intervista esclusiva concessa dall'ex Fiorentina, Genoa e Palermo, oggi tecnico del Valletta, Giovanni Tedesco, alla redazione di Mediagol.it

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Profilo simbolo della storia del Palermo Calcio.

Un percorso brillante e trasversale sia da calciatore, sia per quanto concerne il cammino da allenatore. Giovanni Tedesco, nato a Palermo nel 1972, grazie alle discreti doti realizzative, all’abilità negli inserimenti offensivi ed alla sua tenacia, ha costruito una carriera di grande rilievo ed importanza. Muove i suoi primi passi nel calcio professionistico fra le file della Reggina, poi il salto alla Fiorentina, dove trascorre due stagioni significative prima di approdare al Foggia, poi alla Salernitana e quindi al Perugia. Anni di straordinaria crescita personale e tecnica per l’ex centrocampista palermitano, che dopo aver vissuto con estrema umiltà ed attaccamento alla maglia la retrocessione in Serie C1 con il Genoa - a cui la giustizia sportiva annullatò di fatto la promozione in Serie A nel 2005 - realizza successivamente uno dei sogni più importanti della sua carriera: vestire la casacca rosanero. Quattro anni intensi e prestigiosi a Palermo, fra luci ed ombre, dove ha collezionato ben 78 presenze e siglato 9 gol in campionato. Un legame indissolubile, un rapporto umano fortissimo con la piazza ed i supporters palermitani, con una parte della tifoseria che ancora oggi lo chiama affettuosamente "Giovannino". Spirito di gruppo, carisma e leadership hanno fatto di Tedesco un vero e proprio uomo spogliatoio, apprezzato e stimato da ogni allenatore e compagno di squadra che ha incontrato nel corso della sua lunga ed invidiabile carriera, terminata proprio nel capoluogo siciliano nel 2010, con un totale di 34 reti in Serie A e 18 in Serie B.

Oggi, Giovanni Tedesco allena il Valletta, una tra le squadre più titolate del campionato maltese, un torneo che vanta un livello tecnico-tattico piuttosto alto, paragonabile alla migliore Lega Pro italiana. Per forgiare il suo ruolo da allenatore, l'ex centrocampista ha deciso di iniziare con la classifica gavetta: dal settore giovanile rosanero e la parentesi sulla panchina del Palermo in Serie A come interfaccia di Schelotto, al Floriana e Birkirkara fino alle esperienze con l’Hamrun Spartans e lo Gzira United, club con cui il classe 1972 ha esordito alla guida della prima squadra in occasione del turno preliminare di Europa League nel quale riuscì a condurre i suoi uomini ad un inaspettato passaggio del turno, eliminando l’Hajduk Spalato. Risultato storico e mai raggiunto nella storia del club. Il coach palermitano, che attende di poter tornare al lavoro sul campo per trascinare i suoi uomini verso grandi traguardi, ha concesso una lunga ed interessante intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it. Diversi i temi trattati: dal delicato momento che vive attualmente il mondo intero a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus, alle inevitabili ripercussioni di tale condizione inquietante nel mondo del calcio.

"Coronavirus? Anche io sono chiuso in casa da quindici giorni e tutto questo perché le restrizioni sono state tardive. Qui a Malta l'emergenza è arrivata dopo, siamo indietro di circa due-tre settimane rispetto all'Italia. Sinceramente la vivo male perché sto vivendo questo momento da solo mentre la mia famiglia si trova a Palermo, non nascondo di avere un po' di ansia e paura, ma non posso fare altro che sperare che possa andare tutto bene. Adesso discutere in merito ai futuri dei campionati o all'assegnazione dei titoli è fuori luogo e di dubbio gusto, soprattutto in relazione e per rispetto nei confronti di tutte le persone che sono morte e a quelle che stanno lottando e soffrendo in questo delicato e difficile momento. Ci sono tante cose più importanti di un terreno di gioco ed un pallone che rotola. Per me, da allenatore, il calcio adesso è l'ultimo dei miei pensieri. Chiaramente non nego che mi piacerebbe tornare alla normalità e stare bene, ma questo non è il momento di parlare di quando e come potrà riprendere il calcio".