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Foschi-Mediagol: “Frizioni Mirri-Di Piazza? Rispondo così. Arkus, la Serie A e il fallimento, ecco la mia verità. Ai tifosi del Palermo…”

L'intervista esclusiva concessa dall'ex direttore sportivo del Palermo alla redazione di Mediagol.it

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Una parabola professionale costellata di successi e gioie calcisticamente memorabili. Una storia d'amore dal finale controverso ed amaro che non ha inficiato un sentimento profondo e viscerale. Spiegare il legame tra Rino Foschi ed il Palermo calcio non è certo esercizio semplice. Dirigente illuminato nel cuore dell'era Zamparini, il dirigente romagnolo ha legato il suo nome alla storica promozione in Serie A dopo trentadue anni, all'approdo del club rosanero sul palcoscenico europeo, all'acquisto di una parata di campioni divenuti tali al Barbera poi consacratisi stelle di prima grandezza del firmamento calcistico internazionale. L'appendice travagliata e tormentata con il ritorno nel 2018-2019, i controversi passaggi di proprietà, le criticità finanziarie, le sovrapposizioni di ruolo, la chance del ritorno in Serie A frantumata dalle sentenze della giustizia sportiva e dall'inchiesta parallela di quella ordinaria sui conti del club. Società che poi avrebbe concluso il proprio calvario con l'esclusione dei quadri federali dopo la mancata iscrizione al campionato ed il successivo fallimento targato Arkus Network. L'ex ds di Palermo, Genoa e Torino, tra le altre, ha concesso un'intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it sviluppando varie tematiche tra passato, presente e futuro.

"Santana? Lo conosco bene, l'ho comprato dal Venezia e dopo qualche anno di permanenza al Palermo lo vendemmo alla Fiorentina per una buona cifra. Mario è un ragazzo che può dare ancora tanto nonostante l'età un po' avanzata, la sua serietà è senz'altro un'arma a favore anche dei rosanero. Se lo aiuta il fisico potrà dare il massimo, possiamo dire che è una garanzia anche per la gestione lo spogliatoio. Mirri-Di Piazza? Era un matrimonio partito a mille con la vittoria del campionato di Serie D, poi dopo qualcosa non ha funzionato ma credo sia normale quando c'è qualcuno che ha una percentuale maggiore. Mirri si sente più presidente, sono però cose sulle quali non vorrei addentrarmi troppo. Insieme hanno costruito un bel gruppo e avuto dei risultati, poi si fa fatica a vivere in simbiosi. Quando ci sono più proprietari è difficile dividersi equamente delle quote e coesistere serenamente perché c'è sempre qualcuno che vuole comandare. Di Piazza è uno che sta bene ed è soprattutto una persona seria, Mirri è un grande appassionato e di certo affidabile. Mi auguro che possano coesistere almeno per questo campionato, serve unità di intenti anche in vista del mercato di gennaio. La cosa che adesso importa più di tutti è che stiano uniti, poi a fine campionato vedranno come risolvere le questioni. Intanto bisogna fare gruppo. Quelli che hanno fatto fallire il Palermo mi hanno licenziato nel momento in cui non c'era un euro di debiti, avevo pagato tutto anche grazie all'aiuto di Mirri avevamo pagato una parte gli stipendi ed evitato la penalizzazione in classifica. Quell'annata fu davvero surreale, con il Palermo che venne gettato in C una volta conquistati i playoff al termine della stagione in cui ci piazzammo al terzo posto in campionato(sanzione poi ridotta a 20 punti di penalizzazione da scontare nella stagione in corso) per una cosa che aveva fatto Zamparini tre anni prima. Io  fui cacciato dalla stessa proprietà che non volevo rilevasse il Palermo perché non mi convinceva . Mi hanno ammazzato professionalmente ed è per questo che sono furioso, non solo per questo però. Non avevano neanche i soldi per fare il bonifico che serviva per l'iscrizione al campionato, hanno fatto due sceneggiate. Hanno aspettato che arrivassero i soldi del mio mercato e portato via anche quelli, mi hanno coinvolto nel fallimento. Hanno squalificato tutti quelli che dovevano e addirittura adesso hanno chiesto anche per me un anno di inibizione. Sono ancora dentro a questa vicenda ed ho il processo giorno 22.  questo mese. Con la prospettiva di una squalifica temo che il mio futuro nel calcio sia finito. Il mio futuro dirigenziale si è fermato con quella cosa lì. Un messaggio ai tifosi del Palermo? Il campionato è appena iniziato, sono trascorse poche giornate e c'è ancora tempo per risalire la china. Loro ci sono sempre stati, anche l'anno scorso in D ho visto un pubblico fantastico e meraviglioso che ha trascinato la squadra al successo, non devono demordere e quindi faccio i migliori auguri per questo 120° compleanno a loro ed al Palermo. Devono avere ancora più coraggio e sostenere ancora di più questa squadra, con la forza dei palermitani ed il valore di questo gruppo sono sicuro che possa arrivare un risultato importante. Sono convinto che il virus non riuscirà ad uccidere calcisticamente i rosanero.

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