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Fontana: “Palermo la mia seconda casa! Mondello, i tifosi e i panini con le panelle, che anni fantastici”

PALERMO, ITALY - NOVEMBER 15:  Alberto Fontana of Palermo and Amantino Mancini of Inter in action during the Serie A match between Palermo and Inter at the Stadio Renzo Barbera on November 15, 2008 in Milan, Italy. (Photo by New Press/Getty Images)

Alberto «Jimmy» Fontana si racconta a 360°

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Parla Alberto «Jimmy» Fontana.

Portiere eccellente nello stile, performante in termini di rendimento, completo sul piano squisitamente tecnico. Il classe 1967, ha difeso i pali di club di assoluto prestigio nel panorama calcistico italiano: Inter, Napoli, Atalanta, Palermo, Bari. In Sicilia, ha trascorso tre stagioni, dal 2006 al 2009, caratterizzate da prestazioni superlative, una simbiosi profonda con i supporters palermitano e più di una frizione con l'allora patron, Maurizio Zamparini. Ricordi indelebili che, l'ex portiere rosanero, intervenuto ai microfoni del ‘Giornale di Sicilia’, ha ripercorso passo dopo passo.

Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Il mio esordio con la Fiorentina? Una cosa che non dimenticherò mai. Sapevo che la gente mi voleva bene, ma quel gesto mi fece sentire quasi in imbarazzo, fu perfino difficile giocare. Quell’anno poi venne a parlarmi Walter Sabatini che con molta franchezza mi disse che il Palermo aveva investito forte su Amelia e che la mia presenza in panchina avrebbe tolto serenità ad Amelia. Dunque fu deciso insieme che nella seconda parte del campionato non avrei giocato. Eravamo una squadra molto forte. Erano stati fatti innesti importanti su una base solida, che già l’anno prima era andata in Europa, Guidolin era un allenatore formidabile. E Amauri era fondamentale per il nostro gioco. Se non si fosse fatto male non credo che avremmo vinto il titolo ma certamente saremmo andati in Champions. Compagno più forte? Avrei molti nomi da fare, ma dico Barzagli. Non faceva i gol, ma li evitava. Era una Ferrari del calcio. Portiere più bravo a Palermo? Certamente Sirigu, lo dissi subito a Zamparini: non se lo lasci scappare. Difatti dopo due anni in prestito lo riprese. La sua carriera ha confermato che avevo visto bene. La partita che mi è rimasta più impressa nella mente? Direi appunto quella con la Fiorentina. Ma per me Palermo è stata una seconda casa. E poi c’era il mare, per me una condizione fondamentale. È stato tutto bello, i panini con le panelle a Mondello con Nuccio Barone. Avevamo giocato insieme nel Bari, è stato un calciatore importante. Lo ritrovai a Palermo, mi ha aiutato ad ambientarmi e ci sentiamo ancora".