La maglia numero 3, per anni indossata da Paolo Maldini, è stata ritirata dal club rossonero, come già accaduto soltanto per la 6 di Franco Baresi. Gli unici calciatori a cui potrebbe essere assegnata sono i suoi figli, Christian e Daniel, nel caso in cui un giorno arrivino a giocare in Serie A con il Milan.
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Maldini, storia di una dinastia: oggi l’esordio di Daniel con la maglia del Milan

Il primogenito, oggi ventiduenne, è cresciuto nel settore giovanile del club di Via Aldo Rossi ricoprendo in campo lo stesso ruolo del padre, ma senza essere mai chiamato al debutto in prima squadra. Christian, non considerato pronto per il salto, ha salutato i rossoneri nel 2016, per accasarsi alla Reggiana, in Lega Pro, dove tuttavia ha collezionato soltanto poche presenze prima di essere ceduto in prestito allo Hamrun Spartans, club che milita nella massima divisione del campionato maltese, e svincolarsi successivamente. Il difensore centrale ha tentato di trovare fortuna ripartendo dalla Serie D, con la maglia della Pro Sesto, società che sa di casa in quanto di proprietà di Gabriele Albertini, fratello minore di Demetrio, compagno di squadra di una vita di papà Paolo. Anche quest'avventura, tuttavia, è durata poco, tanto che l'allora ventunenne, dopo soli sei mesi, è passato al Racing Fondi, club della provincia di latina che milita in Lega Pro, e a seguito di un altro breve periodo è giunto, infine, al Pro Piacenza, con cui ha firmato un contratto fino a giugno 2019.
“Non saprei dire cosa ho preso da papà, sicuramente l'educazione. Sono sempre stato abituato ad avere gli occhi puntati su di me fin da bambino, con il tempo ci ho fatto l'abitudine”, ha ammesso e, senza dubbio, l'umiltà a Christian non manca.
Daniel, il secondogenito, sta ancora crescendo nel settore giovanile rossonero, anche se egli si è staccato dai suoi precedessori in quanto ricopre il ruolo di attaccante. Nel 2017 si è laureato campione d'Italia con l'Under16 e l’anno dopo ha messo a segno, con la maglia dell'Under17, tredici reti, per poi trasferirsi in Primavera, squadra dove si trova tuttora e di cui è capitano. Sotto la guida del tecnico Rino Gattuso, durante le pause dal campionato per la Nazionale, Daniel Maldini è stato chiamato ad allenarsi per qualche giorno con la prima squadra, ed ha potuto assaporare cosa si prova nel trovarsi tra i grandi. Il debutto tanto sognato, invece, è arrivato quest’oggi, in occasione della ventiduesima giornata della stagione 2019/20 di Serie A. Pochi minuti, ed anche amari. I rossoneri, allenati da Stefano Pioli, non sono infatti riusciti — nonostante la superiorità numerica — a conquistare la vittoria nel match contro l’Hellas Verona, terminato con il risultato di 1-1. Il classe 2001, tuttavia, ha raggiunto l’obiettivo di esordire in Serie A: “È stato un sogno, peccato per il risultato. La prossima speriamo di portare a casa i 3 punti. L’esordio era un obiettivo che mi ero prefissato, ora speriamo di andare avanti così”, ha detto al termine della gara.
Il compito del calciatore più giovane di casa Maldini non è difendere i pali, ma la voglia di far bene e conservare l'onore della famiglia è sempre la stessa. Daniel ha ereditato la tempra del fuoriclasse fiero e temerario, che papà Paolo e ancor prima nonno Cesare sono riusciti a portare in giro per i campi d'Italia e d'Europa per mezzo secolo, dando forma alla storia di un club. Magari l'attaccante, in un futuro non troppo lontano, riuscirà a portare nuovamente sulle spalle, con orgoglio, il nome 'Maldini' tinto di rossonero. Chissà che quella maglia numero 3, un giorno, possa essere definitivamente tirata fuori dal cassetto e, ad ogni gara casalinga, illuminare San Siro, come avveniva tanti anni fa.
Nell'attesa, papà Paolo, oggi direttore sviluppo strategico area sport del Milan, osserva giocare dagli spalti i suoi figli, proprio come nonno Cesare osservava lui dal balcone. Come ancora farà oggi, osservando i suoi amati nipoti da lassù.
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