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Di Piazza: “Sogno un Palermo in Serie A, con Mirri piano triennale. Atalanta modello da copiare”

"Una volta in B, si penserà ancora più in grande. Fermo restando che parlare di A mentre attendiamo l’esito di questa stagione, mi sembra prematuro"

Mediagol92

"Amichevole con i Cosmos? Purtroppo è saltato tutto a causa del virus".

Tony Di Piazza a 360 gradi tra affari, colpi di fulmine e la passione per il calcio. L'imprenditore italo-americano, intervistato da Il Corriere dello Sport, ha raccontato il suo anno: "Sono arrivate grandi soddisfazioni. Ho preso il Palermo (40% delle azioni, ndr) perché sono un appassionato di calcio e dei colori rosanero. Ma, la ragione principale è dare il segnale che l’emigrante non è più quello che partiva con la valigia di cartone. Un manifesto di riscatto sociale".

Il sogno del vicepresidente del rosanero è quello di "arrivare in serie A. Alle nostre spalle spingono migliaia di tifosi. Certo mi sembrerebbe presuntuoso affermare che saremo la Juventus della Sicilia. Da imprenditore, vedo un Palermo come l’Atalanta, che ammiro. Modello da copiare, la dimostrazione che con una programmazione seria, mirata, competente e con l’allenatore giusto, si riescono a fare grandi cose".

Il primo traguardo però è la promozione in Serie C: "Siamo al primo gradino, cioè tornare fra i professionisti, sperando che si possa continuare a vincere sul campo e non per la sospensione del campionato - ammette Di Piazza -. Il calcio può diventare un affare? Se uno parte da questa idea, meglio investire quattrini da uno psichiatra perché solitamente col pallone si perde e non ci si guadagna. E cambiare mestiere. Anche se resta la popolarità e la riconoscenza, posto che arrivino i risultati. Abbiamo il vantaggio di essere ripartiti da zero, dunque con bilanci e idee intatti".

Con Mirri un progetto con una validità di tre anni, ma con i prossimi step sarà necessario un nuovo confronto: "Ho fatto presente che, una volta in C, bisogna ridiscutere per non avere brutte sorprese: un conto la promozione dalla D alla C, un altro dalla C alla B. Una volta in B, si penserà ancora più in grande. Fermo restando che parlare di A mentre attendiamo l’esito di questa stagione, mi sembra prematuro".

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