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Di Piazza: “Sarò allo stadio per Palermo-Savoia. Bisogna promuovere il marchio all’estero, un derby con Commisso…”

Le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente del club rosa, Tony Di Piazza: "In qualunque città del mondo trovi tifosi del Palermo, anche a causa della forte migrazione che il Sud ha subito negli ultimi secoli. Oggi è una risorsa non solo sul...

Mediagol97

Parola a Tony Di Piazza.

Il vicepresidente del Palermo, intervenuto ai taccuini de Il Giornale di Sicilia, ha discusso dei progetti relativi alla rinascita del club rosanero, soffermandosi in particolare sulla promozione del marchio all'estero e su una possibile futura tournée negli USA, senza tralasciare però l'importanza del raggiungimento degli obiettivi da centrare sul campo di gioco. Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall'imprenditore italo-americano in merito a questi temi, nonché su un eventuale "derby" da giocare contro la Fiorentina di Rocco Commisso nel giro di tre anni.

In occasione della promozione in A nel 2004 organizzò una festa a New York con Gasbarroni e Accardi: in caso di promozione in C, chi porterà negli USA?

"Portiamo tutta la squadra, abbiamo in mente molto di più. Sicuramente inizieremo a programmare una tournée, la volontà c'è, ma ancora è presto. Bisogna continuare a vincere le partite sul campo come stiamo facendo per ora. So che il Palermo già tanti anni fa ha giocato in America, mi auguro di poterlo rifare. Sarebbe un modo per promuovere il marchio e la città di Palermo".

Al di là del fatto che oggi il Palermo giochi in Serie D, cosa manca realmente per internazionalizzare questo club?

"Secondo me, finora, è mancata proprio la promozione del Palermo all'estero. Tolte le big, nessun'altra squadra italiana può vantare una base di emigrati. In qualunque città del mondo trovi tifosi del Palermo, anche a causa della forte migrazione che il Sud ha subito negli ultimi secoli. Oggi è una risorsa non solo sul piano calcistico, ma per tutta la città e la Sicilia".

Lei è uno di quelli che la Sicilia l'ha lasciata anni fa, oggi che effetto le fa essere una pedina della ripartenza, almeno sul piano calcistico, di Palermo?

"Il mio coinvolgimento è un'espressione dell'orgoglio di chi, migrando, sta contribuendo alla rinascita dei propri luoghi di origine. Anche perché chi ha lasciato l'Italia non ha più la valigia di cartone, ma spesso è un imprenditore di successo".

Quando ha lasciato la sua San Giuseppe Jato, non aveva mai visto una partita del Palermo dal vivo?

"Da ragazzino mai, la Sicilia l'ho lasciata a 8 anni per andare in Svizzera con la famiglia, poi a 14 anni sono andato negli Stati Uniti. Da adulto invece ho seguito un Palermo-Inter, ma nella gabbia dei tifosi ospiti. La prima da tifoso rosanero la vedrò il 10 novembre, per Palermo-Savoia. Quel giorno tornerò in città e sarò presente allo stadio".

Tra quanto tempo spera invece di fare un derby italo-americano con la Fiorentina di Rocco Commisso?

"Non lo conosco di persona, ma è un personaggio che ammiro per essersi affermato nel campo economico americano. Commisso poi, come me, è nato in Italia e si è fatto strada in America. Spero di fare con lui un derby fra tre anni, perché non auguro certo alla Fiorentina di retrocedere. Sarebbe una bella sfida".