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Di Donato: “Serie D? Ecco come si vince. Chi affronta il Palermo è come se giocasse contro la Juventus…”

L'attuale coach dell'Arezzo ed ex capitano del Palermo, Daniele Di Donato, si è espresso in merito all'eventuale ripartenza del club siciliano dalla Serie D

Mediagol97

La parola a Daniele Di Donato.

L'attuale coach dell'Arezzo (in Serie C), nonché ex centrocampista del Palermo, ha rilasciato un'intervista ai taccuini de Il Corriere dello Sport nel corso della quale si è soffermato sulla mancata iscrizione del club rosaneroal prossimo campionato cadetto.

Durante il proprio intervento, l'ex allenatore dell'Arzignano - compagine con la quale è riuscito nell'impresa di vincere il torneo di Serie D - si è espresso anche per ciò che concerne la formula giusta per riuscire a trionfare fra i Dilettanti: un consiglio che presto potrebbe tornare utile proprio alla società siciliana. Di seguito le dichiarazioni rilasciate su tali temi dall'ex capitano e bandiera della formazione rosa.

"Arzignano? Non eravamo il Palermo, non avevamo le stesse necessità. Partiti in sordina, alla fine del girone d'andata inseguivamo con 9 punti di distacco. Poi abbiamo vinto 15 partite, più un pari e due sole sconfitte. Il segreto? Una base di almeno dieci giovani in gamba e tanta esperienza negli altri. In D vince una sola squadra e i play off valgono solo come classifica per un eventuale ripescaggio. Chi affronta il Palermo è come se giocasse contro la Juve. Gli avversari daranno il massimo, si accontenteranno del punto, non rischieranno e per questo devi stare attento. Un esempio: quando mai a Troina e in tanti altri posti capiterà un'altra sfida con i rosanero che profumano ancora di Europa e grandi campioni? A noi è andata bene. Non c'erano squadre blasonate e quindi è stato un campionato equilibrato. Comunque, ci vuole carattere, si corre come i matti. Il mio modulo era il 4-3-3 modificato poi in un 4-4-2 o addirittura in 4-2-4 con il quale abbiamo cambiato marcia.

Mai avrei pensato ad un crollo del genere, mi dispiace, però non tutti i mali vengono per nuocere. Nella disgrazia trovi l'opportunità di azzerare tutto e ripartire, lasciando dietro sciacalli e denigratori. Io che ho vissuto i primi anni di Zamparini non mi aspettavo questa conclusione anche se ormai la società era diventata una barzelletta. Gli ultimi avvenimenti li trovo assurdi. Ancora tutti che chiacchierano. Basta! Si tocca il ridicolo. Accettiamo la D e ripartiamo. Saremo più forti di prima, ci metteremo tre o quattro anni poi torneremo dove dobbiamo stare. Dopo esserci liberati di tutto il marcio".