Parola a Jordan Veretout.
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Coronavirus, Veretout: “Roma città morta, ecco come passo le mie giornate. Ho detto a mia figlia che c’è una bestia nell’aria”
Le parole di Jordan Veretout relative all'emergenza sanitaria legata all'emergenza Coronavirus
Momento complicato per il Vecchio Continente, barricato in casa per contrastare l'emergenza Coronavirus, dopo la scoperta di nuovi focolai scoperti in diversi paesi europei. A parlare della complicata situazione è Jordan Veretout, intervistato ai microfoni de "L'Equipe".
“Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Roma, ora, è una città morta. Roma è quasi morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, bisogna davvero immaginarle sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora”
Veretout si è poi soffermato a raccontare la sua quarantena: “Torniamo alle basi, alla famiglia, ai bambini. Tra dieci giorni diventerò un leader per bambini... Realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno esauriti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono confinati. Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa. L’ultima volta, prima di uscire in giardino, mi ha chiesto: “Papà, c’è la bestia fuori?” Ho risposto: “Sì, ma non possiamo vederlo, è una piccola bestia nell’aria”. Cerchiamo di spiegarglielo senza spaventarla troppo”.
Chiosa finale sullo stop dei campionati: "Il calcio è la mia passione, quindi necessariamente mi manca. Questo ritmo, con allenamento e partite, è la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.
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