Parla Edgar Cani.
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Coronavirus, Cani: “L’Albania non dimentica un amico in difficoltà. Mia avventura a Palermo? La realizzazione di un sogno”
Le dichiarazioni rilasciate dall'ex centravanti di Palermo e Catania: "Quando siamo partiti dall'Albania non avevamo niente, l'Italia ci ha accolti come figli"
Nato in Albania ma calcisticamente cresciuto in Italia, l'ex centravanti di Palermo e Catania, che proprio in maglia rosanero fece il suo esordio in Serie A, intervenuto ai microfoni de 'La Repubblica', è tornato a parlare dell'emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Covid-19, spendendo parole al miele nei confronti del Premier albanese Edi Rama, che ha teso una mano al nostro paese per aiutare gli italiani a sconfiggere, una volta e per tutte, il Coronavirus.
"Non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria. L'Albania non dimentica e gli albanesi non abbandonano mai un amico in difficoltà. Oggi più che mai siamo un'unica realtà. Le parole del nostro premier mi hanno emozionato, facendomi tornare in mente i sacrifici dei miei genitori e ricordandomi chi sono e da dove vengo. Quando siamo partiti dall'Albania non avevamo niente, l'Italia ci ha accolti come figli e adesso sono un uomo felice".
Tanti gli argomenti trattati da Cani nel corso della sua intervista: dal lungo viaggio, che nel 1990, lo condusse insieme alla sua famiglia in Italia, dal rapporto con Rino Foschi, che lo volle fortemente al Palermo, fino ai prestiti in Serie B tra Ascoli, Padova, Piacenza e Modena e tanto altro ancora...
EMIGRAZIONE VERSO L'ITALIA - "Per noi è stato il viaggio della libertà, io avevo 11 mesi, quindi non ricordo nulla se non attraverso i racconti dei miei genitori. Siamo stati 10 giorni all'interno dell'ambasciata, circa mille persone in uno spazio ristretto, si dormiva ammassati e si mangiava una volta al giorno. Siamo stati trasferiti a Città della Pieve, vicino Perugia, dove mia mamma ha iniziato a lavorare come perito meccanico e io a 5 anni ho iniziato a giocare a calcio. Sono partito dal Cortona, lì mi ha notato il Pescara che però non mi ha potuto tesserare subito, essendo extracomunitario. Ho giocato un anno con la Primavera del Pescara e ho esordito in prima squadra la stagione successiva in serie C".
PALERMO - "Per me si realizzava un sogno. Avevo 19 anni, e davanti a me avevo Amauri al top della sua carriera, un giovane Cavani in rampa di lancio, e poi Miccoli e Jankovic. Ricordo ancora il mio esordio in serie A, era il 27 aprile del 2008, Palermo-Atalanta. A 20 minuti dalla fine Colantuono mi diede un cazzotto sulla schiena per caricarmi e mi fece entrare al posto di Cavani. Il mio primo pensiero? Ai miei genitori. Per loro fu un riscatto".
LEEDS IN CHAMPIONSHIP - "A quel punto avevo bisogno di un progetto che mi consentisse di trovare continuità e così decisi di tornare in serie C, al Pisa. Fu la scelta giusta. Col Gattuso ho vissuto una favola, un uomo di grandi valori che ringrazierò sempre. Futuro? Non vedo l'ora di tornare in pista, ma la prima cosa che conta è tornare alla normalità. Dobbiamo rialzarci tutti assieme".
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