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Cagliari, Nainggolan: “Conte mi voleva anche al Chelsea. Addio Inter? Sono rimasto spiazzato, Marotta…”

Le dichiarazioni del centrocampista rossoblu, Radja Nainggolan, a pochi mesi dal suo ritorno al Cagliari

Mediagol93

Radja Nainggolan si racconta a 360°.

Prima l'addio all'Inter poi il clamoroso ritorno in rossoblu: dopo un avvio di stagione complicato, Radja Nainggolan, è finalmente pronto a riprendersi il Cagliari. Approdo, quello nel club sardo, su cui lo stesso centrocampista si è soffermato ai microfoni di DAZN durante "Linea Diletta".

"Penso che noi abbiamo una grande squadra, soprattutto a livello di individualità, se tu riesci a metterla bene come qualità collettiva allora possiamo fare un bel campionato. Dove metterei questo centrocampo? Sono paragoni che non si possono fare, a Roma giocavo con Strootman, De Rossi, Pjanic, sono dei campioni. Io sono sempre stato considerato un buon giocatore però poi per aumentare di livello lo devi dimostrare anche quando ti sposti. Qui ci sono giocatori che ancora non lo hanno fatto, non dico che non lo faranno in futuro".

 Il giocatore si è inoltre espresso sulla sua esperienza in nerazzurro: “Sono stato bene, ho trovato subito un grande società, degli ottimi compagni, un tifo che sognavo. Giocare sempre con 50 mila spettatori anche contro Frosinone e Chievo è stato bellissimo. E’ una piazza incredibile, come quella di Roma, che mi ha lasciato qualcosa di importante. A Roma ho vissuto solo momenti belli per fortuna, non abbiamo mai avuto difficoltà. La squadra poi l’hanno dimezzata e ci sono rimasto male. Lui mi chiamava anche prima del mercato e diceva di volermi. Non sapeva se tra due o tre anni ma voleva farmi tornare. E alla fine è stata una scelta facile. C’è stata un’esultanza un po’ leggera, non era polemica. Ero contento, era più un sospiro di sollievo. Ho provato più una sensazione di sofferenza che di gioia in quel momento. Tutti mi descrivono come un solitario ma non è vero - ha continuato il Ninja -  non sono mai solo. Hanno detto che ho spaccato lo spogliatoio all’Inter ma non è vero, non ho mai creato problemi. Se chiedi a chiunque ti dicono che sono un grande. Ho ancora contatti con compagni del 2005. Se fuori dal campo uno fa un passo sbagliato non c’entra nulla con i compagni. E ti danno un’etichetta che non si toglie più”.

Inevitabile la parentesi relativa all'addio all'Inter: “Non mi aspettavo fosse l’ultima gara quella lì, sono rimasto spiazzato perché Marotta non mi aveva mai detto niente. Ero in vacanza, a giugno mi chiamano e mi dicono che sarei dovuto partire. Conte? Non si giudica mai un allenatore per un mese, ma ho visto tutta la sua determinazione quando mi sono allenato con lui. Un giorno mi ha chiamato e ha detto che era malato per me, mi voleva anche al Chelsea. La società però aveva fatto una scelta che lui condivideva e me lo ha detto chiaro e tondo dal primo momento. Ho apprezzato l’uomo”.