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Bombardini-Mediagol: “Coronavirus? Esco solo per la spesa, restare a casa è doveroso. Atalanta-Valencia? Due procuratori presenti a San Siro…”

L’intervista esclusiva concessa da Davide Bombardini, ex di Palermo, Roma, Atalanta e Bologna, alla redazione di Mediagol.it

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Talento puro e cristallino che, probabilmente, ha dato al calcio più di quanto abbia ricevuto in relazione alle sue straordinarie qualità tecniche.

Davide Bombardini, nato a Faenza nel 1974, ha costruito, sulla base di una sopraffina tecnica individuale ed una notevole esplosività sotto il profilo atletico, una  carriera di assoluto livello. Tuttavia, un giocatore con il suo estro, la sua classe e il suo genio calcistico avrebbe certamente potuto ambire ad un ulteriore e definitivo salto di qualità nel gotha del calcio nazionale che, suo malgrado, non è mai arrivato. Mancino fatato, dribbling secco e ubriacante, cambio di passo letale sul breve, bruciante progressione sulla media-lunga distanza. Esterno offensivo capace di coniugare prodigi balistici e virtuosismi sullo stretto con un'agilità ed una rapidità di base non comuni. Tre anni significativi ed intensi a Palermo, con la promozione in B da protagonista nel 2001 e una stagione successiva di notevole caratura in serie cadetta, quando sulla panchina rosanero sedeva Bortolo Mutti. L'approdo nell'incommensurabile dimensione calcistica della Roma di Capello, Totti, Cassano e Batistuta, un salto triplo prematuro, anche se suggestivo, in un momento topico della sua carriera. Quindi tante pagine scritte da leader e trascinatore tra Serie B e Serie A con le maglie di Salernitana, Atalanta e Bologna. L'ex calciatore, che ha chiuso il suo percorso agonistico con la maglia dell'AlbinoLeffe ha concesso una lunga ed interessante intervista alla redazione di Mediagol.it in cui ha affrontato, tra gli altri, il delicato e complesso tema dell'emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus che sta sconvolgendo non solo il mondo del calcio e dello sport in generale ma la vita di ognuno di noi.

""Emergenza Coronavirus? Come la maggior parte della gente non avrei mai immaginato che potessimo ritrovarci in questa situazione, in una simile pandemia, purtroppo è successo quello che non ci aspettavamo: sempre più persone colpite dal virus, che si tramanda in maniera velocissima e l’unica soluzione è quella di rimanere a casa e di non avere contatti con nessuno. A Milano abbiamo adottato queste regole già da 15 giorni, mia figlia per esempio non va a scuola da un mese circa e io sono uscito solo per fare la spesa, ho anche provato a farmela mandare a casa ma per ora il sistema è del tutto in tilt. Bisogna rispettare le indicazioni che il governo ci fornisce  soprattutto nel rispetto degli altri. Io non ho paura per me stesso, ma per le persone anziane per le quali potrei diventare un vettore. Quindi, ripeto, rimanere a casa è doveroso, oltre che per rispetto e gratitudine nei confronti dei medici e di tutti i sanitari che stanno lavorando senza sosta negli ospedali, anche a tutela delle persone sulle quali il virus può avere effetti più gravi rispetto agli altri. Bloccare tutto nell'universo calcio era una soluzione inevitabile ma è arrivata in ritardo, sia nel calcio che nella vita quotidiana di tutti noi, ma prevedere tutto ciò era difficile. Tra le altre cose il calcio in Italia è sempre l’ultima cosa che in si tende ad interrompere, ma per causa di forza maggiore si è dovuto optare per questa soluzione ed è giusto così. Quando si potrà riprendere non lo so, dipende dall'evoluzione di questa guerra, saranno i risultati e le statistiche a dirci quando e se sarà il caso di riprendere, anche per aiutare la gente a svagarsi e distrarsi un po'. Io mi auguro che questi verdetti confortanti sul piano medico-scientifico prima o poi arrivino e che presto possa ricominciare il calcio e la vita normale.  La decisione dell'UEFA di far disputare Atalanta-Valencia di Champions League a San Siro porte aperte? Parlavo di questa sfida stamattina con due miei amici di Bergamo, due procuratori, e loro imputano potenzialmente allo svolgimento di questa gara  la pandemia scoppiata a Bergamo. L'assembramento inevitabile creato dal bagno di folla che ha seguito allo stadio il match è stato sicuramente motivo di contagio per molti bergamaschi - allo stadio c'erano circa 45 mila tifosi -, c'è chi sostiene che i tifosi del Valencia potessero già essere contagiati, perchè il virus probabilmente girava anche in Spagna, quindi col senno di poi era una gara da giocare a porte chiuse, ma ad oggi parlare con il senno di poi non serve a niente. Come ho detto prima, il calcio coinvolge tutta l’Italia e, sia per interessi che ruotano intorno oltre che per lo spettacolo che offre, è sempre l’ultima cosa che si pensa di interrompere".

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