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Biffi: “Tornerei di corsa allenare una formazione giovanile rosanero, il 1° novembre sarò a Palermo”

Le parole dell'ex difensore del Palermo, Roberto Biffi

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""Il primo novembre sarò a Palermo per l’inaugurazione del museo e sarà una bella emozione".

Parola di Roberto Biffi. Milanese di nascita, l'ex tecnico della Sanremese ha scritto la storia del club rosanero per ben undici stagioni (1988-1999) e oltre 350 presenze complessive tra Campionato, Coppa Italia e playoff, consacrandosi il giocatore con maggior presenze in assoluto nella storia del club di Viale del Fante. Ricordi unici e indelebili, che l'ex difensore del Palermo ha voluto raccontare ai microfoni del 'Giornale di Sicilia'.

PALERMO, ITALY - JUNE 05:  Salvo Ficarra, Eugenio Corini, Roberto Biffi and Valentino Picone look on during the charity match between Atletico Salvuccio and Real Valentino at Stadio Renzo Barbera on June 5, 2015 in Palermo, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

"Per ben cinque volte, mentre ero a Palermo, sono stato vicino alla A, Lippi mi voleva a Napoli ma poi prese Cruz. Ma non ho rimpianti, ho fatto la mia carriera, ho avuto la fortuna di giocare e vivere a Palermo e mi sarei voluto stabilire per sempre lì. Ma mia moglie lavora, ho due figli che studiano. In ogni modo tornerei di corsa per allenare una formazione giovanile rosanero. Il momento più bello il giorno della prima promozione in B nel 1991, dopo la vittoria con l’Andria. Ho ancora nelle orecchie il boato del Barbera al fischio finale. Il momento più brutto, l’ultima partita in maglia rosa, il 31 maggio del 1999, quando perdemmo in casa il play-off per la B contro il Savoia. Fui espulso, buttammo via la promozione dopo essere stati sempre in testa".

"Il suo rapporto con Ferrara: "Avevamo un bel rapporto, ma quante gliene ho combinate. Però non mi ha mai tolto una multa. Intervento duro in Palermo-Milan? Ma non fu un intervento cattivo, entrai un po’ fuori tempo e Capello mi cominciò a urlare contro: io ti conosco, sei sempre lo stesso… e non la finiva più. Così lo mandai a quel paese", ha concluso Biffi.

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