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Biffi-Mediagol: “Io e il nuovo Palermo? Vi racconto la verità. Farei capire ai giovani cosa significa indossare la maglia rosanero”

L'intervista esclusiva concessa da Roberto Biffi, ex capitano del Palermo e recordman assoluto di presenze in maglia rosanero, alla redazione di Mediagol.it

Mediagol77

La storia recente del Palermo non è circoscrivibile esclusivamente all'era targata Maurizio Zamparini.

Nell'immaginario collettivo di chi ama visceralmente questi colori non vi sono soltanto flashback legati al palcoscenico dorato della Serie A, al viaggio rosanero nelle competizioni europee, alla finale di Tim Cup del 2011. ai grandi campioni transitati dal "Barbera" ed alle numerose big cadute calcisticamente al cospetto di una compagine rosanero di sontuoso lignaggio.  Tra la fine degli anni ottanta e per tutti gli anni novanta, in un'altalena frenetica tra Serie C1 e Serie B, c'è un'era che racconta di un Palermo travagliato e mai del tutto risolto sotto il profilo societario, ma portatore sano di passione, trasporto ed emozioni forti per il suo pubblico. Uomo simbolo e bandiera fiera di quel ciclo, da cui nacquero poi le basi per il salto di qualità nel calcio che conta, è certamente Roberto Biffi. Classe 1965, milanese di nascita, l'ex tecnico della Sanremese ha scritto la storia del club rosanero per ben undici stagioni (1988-1999) e oltre 350 presenze complessive tra Campionato, Coppa Italia e playoff, consacrandosi il giocatore con maggior presenze in assoluto nella storia del club di Viale del Fante. Dopo la radiazione dai quadri professionistici della vecchia proprietà, si era paventata a più riprese l'ipotesi di un suo insediamento nei quadri tecnico-dirigenziali del nuovo Palermo del binomio Mirri-Di Piazza ripartito dalla Serie D. Prospettiva che poi non si è di fatto concretizzata, come spiega l'idolo dei tifosi rosanero nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Perché è sfumato il mio possibile approdo nel nuovo Palermo targato Hera Hora? In questo particolare momento la società doveva fare delle scelte legate a un discorso di rinascita e di rilancio del club a livello generale. Si è preferito puntare su personalità che probabilmente su ritenevano più opportune e idonee alle esigenze attuali, uomini come il direttore sportivo Castagnini e l'amministratore delegato Sagramola. Quest'ultimo era già stato a Palermo da dirigente e quindi sapeva già come funzionava il tutto sotto l'aspetto societario. Io non ho perso ancora la speranza, la mia ambizione è di poter entrare, un giorno, a far parte della società che è stata per me la vita e alla quale ho dato tutto me stesso. La speranza c'è sempre, poi è normale che come posso sperare io ci sono anche tanti altri ex che ci credono. Il perché non sia stato direttamente contattato dalla nuova società non lo so. Io ho avuto la fortuna di conoscere Mirri quand'era ragazzo perché frequentavo Ferruccio Barbera che faceva parte della società, quindi ho avuto anche modo di conoscere ed incontrare l'attuale patron rosanero insieme a Di Piazza . A parte un discorso più che altro augurale all'inizio del suo mandato, è normale che non ho avuto nessun contatto specifico ma loro sanno che la mia è una porta aperta. Un ipotetico futuro mio avvento in rosanero potrebbe essere utile, più che altro, per far capire a chi fa parte della società ed ai giovani calciatori cosa voglia dire realmente indossare la maglia del Palermo. Non voglio fare un discorso di retorica ma tutti conoscono il mio passato calcistico ed umano a Palermo,  parliamo di un passato che mi ha forgiato e permesso di crescere come uomo a prescindere dai risultati ottenuti sul campo. In pochi possono capire cosa significhi portare addosso quei colori, ci sono stati tanti ragazzi anche molto più capaci di me  sul piano squisitamente tecnico che sono durati il tempo di una stagione o due, questo credo sia un aspetto piuttosto eloquente  ".