"A Palermo sarei rimasto a vita, amo questa città e la sua gente".


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Biava: “A Palermo ho fatto anche il militare, amo la città e la sua gente. Qui sarei rimasto a vita”
L'ex difensore di Palermo, Giuseppe Biava, ricorda la sua avventura in maglia rosanero
"Parola di Giuseppe Biava. L'ex difensore di Palermo e Lazio, che in Sicilia ha vestito la maglia rosanero dal 2004 al 2008, intervenuto ai microfoni del 'Giornale di Sicilia', è tornato a parlare della sua avventura nel capoluogo siciliano, snocciolando numeri e ricordi di un'esperienza che il classe '77 porta e porterà sempre nel cuore.
La prima trasferta del Palermo in Serie A, a Milano contro l’Inter: "Ricordo perfettamente, mi rimase un pezzo di maglia di Adriano tra le mani, ma dovevo fermarlo in qualsiasi modo. Pensavo che a fine gara Guidolin mi rimproverasse per l’espulsione, invece mi disse “bravo ”. La mia forza? Applicazione e concentrazione".
Oggi Biava allena la Primavera dell’Albinoleffe, la squadra da cui il Palermo lo acquistò nel gennaio del 2004: "Venivo da una piccola squadra di provincia e quando entrai per la prima volta nello spogliatoio e vidi Corini, Toni e Zauli mi tremarono le gambe. Eravamo una grande squadra, sempre tutti insieme. Quanti bergamaschi e bresciani. La notte della promozione non la dimenticherò mai. Io più amato dai tifosi? Forse perché vedevano che davo tutto per la maglia, perché ogni partita la giocavo al massimo delle mie possibilità".
"Con Palermo un rapporto che era iniziato qualche anno prima: "Avevo fatto il militare a Palermo nell’operazione Vespri siciliani, la città mi era piaciuta a non ci pensai due volte a cambiare mondo. Ho fatto benissimo. Lo scorso anno sono venuto per la partita delle leggende organizzata dal nuovo club e tornare al “Barbera” è stata una grande emozione. Quel pubblico mi ha sempre dato una spinta incredibile. Poi sono andato un po’ in giro per la città. Pensavo di trovarla diversa da come l’avevo lasciata nel 2008 e invece l’ho trovata uguale, mi sono sentito a casa, come se non fossi mai andato via. Qui ho ancora tanti amici come Francesco Arcoleo e Luciano Megna, qui avrei voluto vivere e invece nel 2008 fui costretto a lasciare. Già l’anno prima avevano cercato di vendermi per prendere Migliaccio, ma rifiutai l’Atalanta, non era ancora il momento di tornare a casa. Nel 2008 mi inserirono nella trattativa per Bovo e mi mandarono al Genoa. Ci rimasi molto male".
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